Un momento di sconforto, il disagio, il non sapere come fare a non cadere nella sterile rassegnazione. Poi l'idea, che arriva da chissà quale parte del corpo e dell'aria, accendo lo stereo dell'auto: c'è il mantra di Krishna e Rama, lo ascolto, entra in me, lo canto, sempre più forte, mentre le lacrime scendono sul mio viso. Lo canto tutto, lo riascolto, lo ricanto, stonando un po'... e sto meglio, anzi sto bene, tutto è diventato leggero, aperto, alto, profondo, navigabile, camminabile, ancora. Il magnifico e potente Krishna, dolce e forte con il suo flauto nel verde immenso della natura, ci parla di un dio vicino, come una visione sempre presente su cui aprire gli occhi nei momenti bui. E Rama, il coraggioso principe le cui imprese sono narrate nel Rāmāyana, considerato una manifestazione di Vishnu, intermediario tra uomini e divino, come una lucente guida che ci protegge con il suo arco e le sue frecce... Noi possiamo continuare il cammino, non siamo soli. No...
"Non smettere mai di cercare, di andare oltre, di creare orizzonti, dentro e fuori di te"