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Visualizzazione dei post da agosto, 2020

Nelle ciglia del tempo, ai confini delle stagioni

Oggi al mare ho sentito l'autunno bisbigliare: "Sto arrivando". L'ho sentito nella brezza, più tesa e fresca, l'ho visto nella luce, meno calda e più abbagliante. Si sente e si vede: l'estate ha iniziato il suo commiato e l'autunno ha già messo un piede in mezzo alla porta e presto entrerà. Ci saranno ancora giorni di sole, l'estate ci cullerà ancora un po', con la sua veste più leggera e rassicurante. Ma ormai è fatta: l'occhio del tempo ha fatto il suo battito e noi siamo già in mezzo alle ciglia dell'autunno. Questo palpito diventerà un abbraccio di foglie e di nuvole. E poi, si spera, di neve. Voglio danzare coi giusti pensieri in mezzo alle note di questa canzone eterna. E tu? Voglio esserci con tutta la faccia in questo vento. Voglio stare dritta con tutta la mia persona in questa invisibile corrente. Voglio scoprire e sentire che ne sono parte. E tu?

Quello che non riusciamo a dire: liberiamo le parole!

Perchè è così difficile trovare le parole per le cose più importanti della nostra vita? Perchè passiamo le giornate a riempire d'aria la bocca e di suoni l'aria, parlando di tutto, ma releghiamo nel silenzio ciò che invece andrebbe urlato? Chi di noi non ha almeno un paio di questioni rimaste annodate nella gola? Situazioni sospese con qualcuno o qualcosa, veri e propri buchi neri in cui ogni azione comunicativa è pietrificata? Forse nessuno. Credo ci siano tre diverse fasi di blocco e ognuno di noi può trovarsi in una di esse: 1: la fase in cui l'argomento è un tabu assoluto, non viene praticamente pensato e quindi non si prova nemmeno a cercare parole per parlarne! 2: la fase due inizia quando alcune parole iniziano a circolare in testa ma in modo caotico, quasi come un'ossessione che alimentiamo ma da cui cerchiamo di sfuggire. Un parlottio nella mente ci racconta di qualcosa a cui dobbiamo pensare seriamente! 3: in questa fase le parole sono tante e ogn...

Riviera romagnola, cronaca di una mattina d'agosto

 Arrivo in spiaggia presto e scopro mondi che ignoravo o che avevo relegato nell'inconscio. Non mi ero mai accorta che si consumano drammi h24: discussioni sui metri da lasciare tra le postazioni-tintarella, gente reduce dal turno di notte per occupare il proprio metro di spiaggia libera, uomini e donne che passeggiano con cani bellissimi e facce incazzatissime.  Tutto questo davanti al silenzio del mare baciato dal sole, che alle sette del mattino fa già sudare come una "bestia". E pochi metri più in là, tutti questi folclorici (e umanissimi) mondi si ritrovano al bar dello stabilimento più vicino. File per le brioche, con o senza mascherina (indossata in varie modalità secondo la moda estate 2020), qualche bambino che ancora con le "caccole" agli occhi reclama già il suo gelato (siamo in vacanza, ne ha diritto dai!!), caffè e cappucci, e bestemmie del barista al quale non torna il conteggio delle paste consegnate.  Ce n'è per tutti i gusti ed è bel...

Non è normale perdere più tempo a giudicare che a vivere

 La normalità è quella cosa che ci creiamo noi, è quel posto in cui ci sentiamo normali, a posto. Normalità in senso assoluto non esiste, anche se abbonda sulla bocca di tanti. Ma ha in sé qualcosa di vero, di rassicurante, di necessario. Il punto è che è sempre diversa ed è giusto che sia così: non dobbiamo essere normali per gli altri o sforzarci di rispondere all'immagine di normalità che la società si aspetta (o parte di essa!) perchè alla fine è come voler diventare simili ad un fantasma, perchè la Normalità con la N maiuscola non esiste (mentre i fantasmi forse sì!).  La normalità è con la "n" minuscola, perchè è qualcosa di semplice e piccolo, di nostro, è testimonianza di libertà, di vita... tutte cose che si scrivono con la lettera minuscola perchè non sono nomi "propri" di qualcuno o qualcosa, sono nomi comuni, sono diritto di tutti e per tutti diversi. Non voglio fare un inno alla "anormalità" perchè la normalità va bene! E' normali...