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Quello che non riusciamo a dire: liberiamo le parole!


Perchè è così difficile trovare le parole per le cose più importanti della nostra vita?
Perchè passiamo le giornate a riempire d'aria la bocca e di suoni l'aria, parlando di tutto, ma releghiamo nel silenzio ciò che invece andrebbe urlato?

Chi di noi non ha almeno un paio di questioni rimaste annodate nella gola? Situazioni sospese con qualcuno o qualcosa, veri e propri buchi neri in cui ogni azione comunicativa è pietrificata? Forse nessuno.

Credo ci siano tre diverse fasi di blocco e ognuno di noi può trovarsi in una di esse:

1: la fase in cui l'argomento è un tabu assoluto, non viene praticamente pensato e quindi non si prova nemmeno a cercare parole per parlarne!

2: la fase due inizia quando alcune parole iniziano a circolare in testa ma in modo caotico, quasi come un'ossessione che alimentiamo ma da cui cerchiamo di sfuggire. Un parlottio nella mente ci racconta di qualcosa a cui dobbiamo pensare seriamente!

3: in questa fase le parole sono tante e ogni volta proviamo a metterle in ordine nel modo più giusto, ma rimandiamo a tempi futuri (forse nel mondo del "mai") il momento in cui queste parole usciranno dalla nostra bocca (o dalla nostra penna o computer) per arrivare a destinazione.

La fase 3 è accompagnata anche dal conscio e convinto desiderio di rompere il silenzio e di tirare fuori le parole, ma non si trova il coraggio di farlo: il momento e il modo giusto sembrano non arrivare mai. Ma arriveranno, perchè siamo già a buon punto: il tabu è stato rotto nella nostra testa ed era il passaggio più difficile, quel passaggio che in tanti non vivranno mai.

Arrivati alla vigilia dell'uscita delle parole rimaniamo incastrati in un limbo a tempo indeterminato. Passano i mesi e gli anni e questi nodi, prima di pensieri inconsci e/o consci, ora di parole, rimangono lì, in quella gola arredata ormai come un'accogliente e rassicurante luogo che però non è così rilassante come ci raccontiamo!
Queste parole non dette pesano, le sentiamo rimbombare dentro di noi, chiedere spazio, chiedere aria, chiedere di fare il proprio dovere: comunicare qualche concetto a qualcuno!

Perchè rimaniamo bloccati in questa fase del "non-detto"? I motivi possono essere tanti: il tipo di situazione in ballo, i caratteri in gioco, le cose che pensiamo di perdere, il danno che crediamo di poter arrecare ad altri o a noi stessi. Ogni volta che si esce allo scoperto con qualche "vecchia storia irrisolta", c'è sempre qualcosa che potrebbe andare storto, equilibri (forse già precari) che potrebbero saltare, persone che potrebbero allontanarsi da noi e tanto altro... che ci fa paura.

E allora perchè farlo? Perchè comunicare un "non detto" che quasi quasi potrebbe rimanere tale con buona pace di tutti?
Grazie a Dio esistono mille motivi per farlo:
- perchè la verità conta ancora qualcosa, e se non è la verità assoluta (che non esiste quasi mai) è comunque qualcosa di trattenuto che dev'essere liberato
- perchè il confronto onesto e alla luce del sole è ancora importante
- perchè il buio infondo non è casa nostra
- perchè gli equilibri finti, di facciata, non giovano mai a nessuno a lungo andare
- perchè se pensiamo che una cosa sia giusta, non importa quanto tempo sia stata chiusa in un cassetto, ad un certo punto bisogna farla!

Perchè se c'è ancora una speranza per l'umanità è data proprio da questo: dal non essere ancora del tutto votata al calcolo, alle misurazioni, alla "pesa" dei pro e dei contro a tavolino. Perchè abbiamo ancora nel sangue la volontà e il gusto per il rischio e l'imprevedibile che la vita reale porta con sè!

E quindi cerchiamole quelle parole dentro di noi, troviamole, usiamole!
Diciamole a voce, scriviamole, facciamo un video, una canzone, se non riusciamo da soli chiediamo aiuto (è un sacrosanto diritto!) e insomma, non importa come: liberiamole queste parole! E facciamolo con il cuore in pace, perchè la nostra parte la stiamo facendo ed è sempre la parte più importante!

Le parole sono importanti, dentro e fuori di noi.

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