
Era il tempo dei cervi, una manciata d'anni fa che però sembra un'altra vita. Il passato è una bolla volante che ci racconta storie... di quelle magiche che non muoiono mai.
Come questa... Andavo a camminare la mattina all'alba. Percorrevo il sentiero sul Rubicone e molto spesso vedevo una famiglia di cervi (che forse erano daini o caprioli...).
Li vedevo camminare tranquillamente sui pendii che ci sono tra la Villa Di Bagno e il centro sportivo Seven. Sbucavano tra una macchia di vegetazione e l'altra... prima alcuni adulti e poi altri piccoli... ed inutile dirlo, quando incontri creature del genere tutto si ferma. E io mi fermavo, stavo immobile ad osservarli... e loro spesso osservavano me... si fermavano per qualche istante e poi ripartivano. Io trattenevo il fiato dall'emozione e perché temevo di spaventarli col minimo movimento. Tra noi c'erano il fiume, qualche metro di terreno e mille misteri.
Era diventato ormai un appuntamento quotidiano... al mattino uscivo di casa e imboccavo il sentiero con l'intento di vederli. È incredibile come in poche decine di metri di natura (a poca distanza da una strada provinciale, la via Emilia e tantissime case) si possano fare incontri del genere. E poi sparirono... quando iniziarono a muoversi i mezzi per alcune costruzioni vicine al fiume e per i lavori ai suoi argini.
Quella zona erbosa sulla collina c'è ancora, con qualche cespuglio in qua e là... ogni tanto torno al fiume e la guardo sperando di scorgerli ancora. Forse accadrà o forse no... ma quelle creature rimangono impresse nella mia mente come un'isola di pace, una scialuppa nel mare del caos, una dimensione altra che a volte incontra la nostra.
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