Il vento fresco aveva iniziato a soffiare da fine agosto, e già parecchie di loro si erano lasciate cadere, finendo sul terreno calpestato dai bagnanti.
Nel viale alberato a pochi passi dal mare, la foglia pensava alla sua fine imminente con paura: "non voglio staccarmi dal ramo - diceva a se stessa - non voglio staccarmi da te - diceva all'albero - con gli occhi gonfi di lacrime". L'albero pensava che in vita sua era la prima volta che una foglia gli aveva valuto così bene e la rincuorava come poteva: "Non hai nulla da temere, quando ti staccherai da me e ti lascerai cadere nel vuoto sarà bellissimo, sarà come volare".
La foglia si sentiva sempre più stanca, mentre il suo colore, da verde, diventava giallo con infuocate sfumature rosse: "Sei sempre più bella - le diceva l'albero - guàrdati, sembri una candela accesa.. per questo ti devi staccare, altrimenti finirai per bruciarmi!" e tentavano, entrambi, di sorridere...
Poi, arrivò quel giorno: la foglia sentì subito, di primo mattino, che non ce l'avrebbe fatta a rimanere attaccata al ramo fino a sera. Poi, si alzò il vento, una folata più decisa e... hop... la foglia lasciò andare la presa e le sue mani, per la prima volta, smisero di toccare quel legno. Mentre cadeva, riuscì a dare un'ultima occhiata all'albero dal cui abbraccio si allontanava lentamente. Quel cadere fu una danza, la foglia si lasciò dolcemente trasportare dal vento, e sentì una sensazione di benessere, di naturale abbandono. Il suo corpo girava nell'aria come una farfalla, e attorno a lei altre foglie volteggiavano libere.. come una pioggia color tramonto.
Ma quella foglia aveva un destino particolare. Finì ai piedi di una bambina che abitava sul viale e che la raccolse da terra: "che bella foglia colorata" disse ad alta voce, contenta. La portò a casa con sé e la foglia finì incollata ad un cartoncino, con la scritta sotto: "autunno". Così, trascorse l'inverno appesa alla parete di una cameretta tutta rosa. I mesi passavano e la foglia, dalla finestra di quella casa, vide ciò che non tutte le foglie hanno il privilegio di vedere: vide gli alberi del viale resistere sotto la pioggia e il vento gelido e poi, li vide coperti di ghiaccio e di neve. La foglia pensava che mai avrebbe resistito a tanto freddo e ammirava sempre di più quegli alberi, fieri e forti.
Poi, arrivò quel giorno. Il giorno in cui la primavera divenne inevitabile. Senza pensarci troppo, con la tipica ingenua "dolce crudeltà" fanciullesca, la bambina strappò la foglia dalla carta e la gettò dalla finestra: "E' diventata secca" disse ad alta voce. La foglia, ormai allo stremo delle forze, si trovò ancora una volta a danzare nell'aria, in caduta verso il terreno. Ma le sorprese non erano ancora finite: stesa sulla terra, a cui ormai sentiva di appartenere, vide sopra di sé il suo albero, il suo vecchio e amato albero. Era bellissimo, tutto ricoperto di foglie verdi: "sei splendente come uno smeraldo" disse con la poca voce rimasta. Si ricordò di quando anche lei era un piccola, giovane, tenera, lucente foglia di primavera, proprio come quelle che ora, mosse dalla brezza, parevano salutarla tremolanti di entusiasmo per la vita.
La foglia fece un lungo sospiro e decise che era venuto il momento di godersi il fresco del terreno. Si fece abbracciare dalla terra e si sentì amata, ancora una volta.
Aloha
Miriam
Nel viale alberato a pochi passi dal mare, la foglia pensava alla sua fine imminente con paura: "non voglio staccarmi dal ramo - diceva a se stessa - non voglio staccarmi da te - diceva all'albero - con gli occhi gonfi di lacrime". L'albero pensava che in vita sua era la prima volta che una foglia gli aveva valuto così bene e la rincuorava come poteva: "Non hai nulla da temere, quando ti staccherai da me e ti lascerai cadere nel vuoto sarà bellissimo, sarà come volare".
La foglia si sentiva sempre più stanca, mentre il suo colore, da verde, diventava giallo con infuocate sfumature rosse: "Sei sempre più bella - le diceva l'albero - guàrdati, sembri una candela accesa.. per questo ti devi staccare, altrimenti finirai per bruciarmi!" e tentavano, entrambi, di sorridere...
Poi, arrivò quel giorno: la foglia sentì subito, di primo mattino, che non ce l'avrebbe fatta a rimanere attaccata al ramo fino a sera. Poi, si alzò il vento, una folata più decisa e... hop... la foglia lasciò andare la presa e le sue mani, per la prima volta, smisero di toccare quel legno. Mentre cadeva, riuscì a dare un'ultima occhiata all'albero dal cui abbraccio si allontanava lentamente. Quel cadere fu una danza, la foglia si lasciò dolcemente trasportare dal vento, e sentì una sensazione di benessere, di naturale abbandono. Il suo corpo girava nell'aria come una farfalla, e attorno a lei altre foglie volteggiavano libere.. come una pioggia color tramonto.
Ma quella foglia aveva un destino particolare. Finì ai piedi di una bambina che abitava sul viale e che la raccolse da terra: "che bella foglia colorata" disse ad alta voce, contenta. La portò a casa con sé e la foglia finì incollata ad un cartoncino, con la scritta sotto: "autunno". Così, trascorse l'inverno appesa alla parete di una cameretta tutta rosa. I mesi passavano e la foglia, dalla finestra di quella casa, vide ciò che non tutte le foglie hanno il privilegio di vedere: vide gli alberi del viale resistere sotto la pioggia e il vento gelido e poi, li vide coperti di ghiaccio e di neve. La foglia pensava che mai avrebbe resistito a tanto freddo e ammirava sempre di più quegli alberi, fieri e forti.
Poi, arrivò quel giorno. Il giorno in cui la primavera divenne inevitabile. Senza pensarci troppo, con la tipica ingenua "dolce crudeltà" fanciullesca, la bambina strappò la foglia dalla carta e la gettò dalla finestra: "E' diventata secca" disse ad alta voce. La foglia, ormai allo stremo delle forze, si trovò ancora una volta a danzare nell'aria, in caduta verso il terreno. Ma le sorprese non erano ancora finite: stesa sulla terra, a cui ormai sentiva di appartenere, vide sopra di sé il suo albero, il suo vecchio e amato albero. Era bellissimo, tutto ricoperto di foglie verdi: "sei splendente come uno smeraldo" disse con la poca voce rimasta. Si ricordò di quando anche lei era un piccola, giovane, tenera, lucente foglia di primavera, proprio come quelle che ora, mosse dalla brezza, parevano salutarla tremolanti di entusiasmo per la vita.
La foglia fece un lungo sospiro e decise che era venuto il momento di godersi il fresco del terreno. Si fece abbracciare dalla terra e si sentì amata, ancora una volta.
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