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Visualizzazione dei post da febbraio, 2025

Il tempo dei cervi

Era il tempo dei cervi, una manciata d'anni fa che però sembra un'altra vita. Il passato è una bolla volante che ci racconta storie... di quelle magiche che non muoiono mai. Come questa... Andavo a camminare la mattina all'alba. Percorrevo  il sentiero sul Rubicone e molto spesso vedevo una famiglia di cervi (che forse erano daini o caprioli...). Li vedevo camminare tranquillamente sui pendii che ci sono tra la Villa Di Bagno e il centro sportivo Seven. Sbucavano tra una macchia di vegetazione e l'altra... prima alcuni adulti e poi altri piccoli... ed inutile dirlo, quando incontri creature del genere tutto si ferma. E io mi fermavo, stavo immobile ad osservarli... e loro spesso osservavano me... si fermavano per qualche istante e poi ripartivano. Io trattenevo il fiato dall'emozione e perché temevo di spaventarli col minimo movimento. Tra noi c'erano il fiume, qualche metro di terreno e mille misteri. Era diventato ormai un appuntamento quotidiano... al mattino...

La paura ti serve

L'essere umano medio tendenzialmente ama crogiolarsi in stati d'animo passivi come l'apatia, la nostalgia, la lamentela, il senso di mancanza...  Ammettiamolo a volte proprio ci piace starci dentro, vi facciamo accomodare la nostra pigrizia e arrendevolezza... e stiamo lì. Ma c'è un'emozione cupa in cui non riusciamo a sostare, che risulta estranea al nostro "dolore di comodo"... ed è la paura. Essa non ci offre un divano damascato su cui sdraiarci con la bolla al naso, anzi ci fa sobbalzare in preda al panico. Succede dunque che la nostra giornata di confortevole e ben delimitata sofferenza, diventa dolore reale. Non lo avevamo previsto. Avevamo pesato una dose di malessere sufficiente alla nostra pigrizia procrastinante, e messo in conto di abbracciare i cuscini e lacrimare un po', ascoltando magari qualche canzone triste. Ma il tremare dalla paura non era nel copione. Eppure lei ad un certo punto arriva, come naturale conseguenza del corollario ...

La neve di ieri, i cieli di oggi

Ho il ricordo di un'infanzia innevata. Da ché ho memoria, ogni inverno un po' di neve la faceva sempre... e allora io e mia sorella ci gettavamo in strada col bob o in giardino a fare il pupazzo di neve. Non passava inverno che non nevicasse, spesso a febbraio, nel periodo di carnevale. Devo dire che anche quand'ero ragazzina nevicava, passava a prendermi la mia amica e vicina Lara e andavamo a "rugolarci" giù dalla collina del Seven con gli slittini. Ogni tanto qualche gruppo di "grandi" ci concedeva il lusso di salire a bordo dei loro gommoni, e provare il brivido del rischio di volare nel fiume. Che cadute! Che botte!... E poi basta, sempre meno, quasi mai... la neve è diventata (per la gioia di molti) cosa rara, e super allarmante già dal primo fiocco. Grande avvenimento fu la nevicata del 2012 (se non erro) e devo dire che in effetti fu cosa esagerata (e realmente allarmante per molte zone), quasi un metro a Savignano, e le colline sepolte da metri ...

Il tempo dei pavoni

Lo ricordo come il tempo dei pavoni. E' successo anni fa, forse dieci. Nel mio quartiere si aggirava quotidianamente un gruppo di pavoni! Alcuni maschi che ci onoravano della loro magnifica ruota in corteggiamento delle femmine del gruppo, e uno (o forse erano due!?) albino, completamente bianco. Questa strana comitiva, che sembrava uscita da un mondo parallelo, camminava tranquillamente per le vie attorno a casa mia, entrando anche nei cortili e saltando su tetti e terrazzi. Nelle faccende di lavoro e di studio, mi dimenticavo di loro, poi alzando la testa pensierosa, e guardando fuori, che fosse mattina o pomeriggio, eccoli lì. Apparivano nelle mie giornate come un promemoria della magìa, dell'"oltre" che ci circonda, recapitato da esseri a dir poco speciali. Ricordo di aver saputo che provenivano da una casa della campagna qui vicino: ogni giorno svolazzavano fuori dal recinto e si facevano un giro nel quartiere. Allora presi l'abitudine, nelle mie passeggiate ...