Questo pensiero mi attraversa la mente e il cuore ogni volta che incontro una persona dimessa, silenziosa, che tende a non voler primeggiare, magari timida, chiusa.
Innanzitutto non vuol dire che questa persona non sia felice e realizzata, ad ogni modo, non potendolo sapere, almeno non sempre, mi è capitato di pensare a come queste persone siano l'alterego della società in cui viviamo.
E' come se fossero il silenzioso, ma potente, contraltare al culto dell'evidenza a tutti i costi, alla moda dell'apparire, della prima fila, dell'immancabile "selfie", dei primi posti in classifica, dei "non sei nulla senza followers".
E' vero, non tutte le persone sono così, ma la parte "lustrini e chiacchiere" della folla, è sempre la parte più evidente ed è quel lato che la tv e i grossi media in generale, tendono a far vedere, per non parlare dei social, o almeno del mondo legato ai grossi influencer.
Lungi da me da voler fare la "bacchettona moralista", il discorso è ampio e complesso e non voglio ridurlo a bene contro male, a buoni contro cattivi.
Ma oggi voglio rendere omaggio al controcanto silenzioso, a chi non cerca i riflettori, e da dietro, senza troppa pubblciità, fa grandi cose, utili spesso alla comunità.
Oggi voglio rendere omaggio a chi vive le proprie gioie e dolori senza sbandierare sorrisi e lacrime.
A chi lotta per emergere con i propri talenti senza "vendersi" in cambio di scoraciatoie.
A chi accetta di essere se stesso, anche trasparente, che magari la gente non ti vede, ma l'amore sì, e te lo meriti tutto.
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