Passa ai contenuti principali

Voce del verbo scrivere

Ero piccola ma amavo già scrivere, come sfogo, come rifugio. Successe che qualcuno sospettò che fossero i miei genitori a scrivere i miei temi scolastici (😃)... oggi a distanza d'anni mi crogiolo in quello che era un complimento indiretto: ero avanti! Almeno nella scrittura!

Ho continuato a scrivere: i diari dell'infanzia e dell'adolescenza. Speranze, sogni e lacrime sulla carta su cui scorreva la mia scrittura irregolare con penne di vario colore, nel senso che ho sempre scritto indifferentemente con blu o nero, mai con la matita (non amo il suo "sbiadire").

E poi il lavoro, collaborazioni con riviste e giornali, blog, e la scrittura che diventa marketing, che si adatta ai social, al mio lavoro. Fortunata mi sento ad aver l'ardire di manovrare una materia così duttile come la parola. E mai ho smesso di scrivere altro, altro dal "dovere" che poi è sempre stato anche piacere...

Non ricordo quando è successo di preciso, ma c'è stato un momento in cui mi sono accorta che la scrittura per me non era solo scrivere cose che dovevo ricordare, o registrare i fatti della giornata, o appuntarmi viaggi mentali, era tanto altro: energia e flusso allo stesso momento. Mi sono accorta che scrivere era per me strumento di espressione ma anche fonte dell'espressione stessa, un modo per fissare  emozioni e allo stesso tempo catalizzatore di altre emozioni. Iniziavo a scrivere triste e terminavo felice, iniziano a scrivere contenta e finivo piangendo. Prendevo, prendo! La penna in mano, e poi la tastiera, e ciò che ero non ero più, e ciò che scrivevo, scrivo, sono io ma anche altro. E allora ho compreso che scrivere era per me una cosa grossa, e per questo non lo faccio sempre, ma solo quando si accende un fuoco in me e chiede a me e da me di uscire.

Non di rado, mentre scrivo, mi fermo improvvisamente folgorata dalla sorpresa di parole che non avevo in mente... ma eccole lì! uscite dalle mie dita, di fronte ai miei occhi sgranati.

Scrivo per me e per tutto il mondo che vivo, che vedo e non vedo, che sento e non sento, per tutto ciò che esiste e sta per esistere, per ciò che è nascosto e preme, appare, si nasconde, insiste, c'è.

La scrittura non so cos'è ma è in me, con me.

Commenti

Post popolari in questo blog

Storia di una pecora bianca che voleva rimanere bianca

Questa è la storia di una pecora coraggiosa. Cosa ha fatto di così eroico questa pecora per essere definita coraggiosa? Ha per caso saltato un burrone a piedi pari? Ha combattuto contro un branco di lupi uscendone vincitrice? Ha salvato un intero gregge da terribili macellatori? No, niente di tutto questo, la pecora di cui vi parlo, ha semplicemente deciso di rimanere bianca, mentre tutto il mondo diventava nero. Insomma, c'era una volta una pecora bianca e, in quanto bianca, non aveva vita facile. Erano passati i tempi in cui si diceva “quello è la pecora nera della famiglia”, arrivato il XXI secolo la parola d'ordine era “Esci dal gregge, vai contro corrente, non fare quello che ti hanno sempre detto di fare!”. Ottimi consigli certo, un po' di sana trasgressione fa sempre bene, così come vanno sempre accettate di buon grado gli inviti a ragionar con la propria testa, ma in quel periodo tutto questo era stato preso alla lettera. Fino al punto che un giorno una...

Il tempo dei cervi

Era il tempo dei cervi, una manciata d'anni fa che però sembra un'altra vita. Il passato è una bolla volante che ci racconta storie... di quelle magiche che non muoiono mai. Come questa... Andavo a camminare la mattina all'alba. Percorrevo  il sentiero sul Rubicone e molto spesso vedevo una famiglia di cervi (che forse erano daini o caprioli...). Li vedevo camminare tranquillamente sui pendii che ci sono tra la Villa Di Bagno e il centro sportivo Seven. Sbucavano tra una macchia di vegetazione e l'altra... prima alcuni adulti e poi altri piccoli... ed inutile dirlo, quando incontri creature del genere tutto si ferma. E io mi fermavo, stavo immobile ad osservarli... e loro spesso osservavano me... si fermavano per qualche istante e poi ripartivano. Io trattenevo il fiato dall'emozione e perché temevo di spaventarli col minimo movimento. Tra noi c'erano il fiume, qualche metro di terreno e mille misteri. Era diventato ormai un appuntamento quotidiano... al mattino...

La foglia che non voleva staccarsi dal ramo

Il vento fresco aveva iniziato a soffiare da fine agosto, e già parecchie di loro si erano lasciate cadere, finendo sul terreno calpestato dai bagnanti. Nel viale alberato a pochi passi dal mare, la foglia pensava alla sua fine imminente con paura: "non voglio staccarmi dal ramo - diceva a se stessa - non voglio staccarmi da te - diceva all'albero - con gli occhi gonfi di lacrime". L'albero pensava che in vita sua era la prima volta che una foglia gli aveva valuto così bene e la rincuorava come poteva: "Non hai nulla da temere, quando ti staccherai da me e ti lascerai cadere nel vuoto sarà bellissimo, sarà come volare". La foglia si sentiva sempre più stanca, mentre il suo colore, da verde, diventava giallo con infuocate sfumature rosse: "Sei sempre più bella - le diceva l'albero - guàrdati, sembri una candela accesa.. per questo ti devi staccare, altrimenti finirai per bruciarmi!" e tentavano, entrambi, di sorridere... Poi, arrivò quel...