2012 e suicidi, tra povertà e solitudine
E’ praticamente ancora dolce in bocca il sapore dello spumante del buon anno, che incappo in una nota del blog di Grillo che mette al centro un drammatico fenomeno, tristemente sempre più alla ribalta. Mi riferisco ai suicidi.
Sul blog leggo: “Il 2012 rischia di diventare l’anno dei suicidi di imprenditori e pensionati. E’ appena iniziato e un imprenditore di Catania si è impiccato per paura del fallimento e la prospettiva di dover licenziare i suoi dipendenti. A Bari un pensionato di 74 anni, ex operaio, si è buttato dal balcone dopo una richiesta di pagamento dell’INPS per 5.000 euro rateizzabili, dovuti a una parte della pensione percepita indebitamente per un errore di calcolo. Il pensionato prendeva 700 euro al mese, una pensione sociale di 450 euro più una maturata per il suo lavoro di 250. Temeva di non riuscire a pagare e di perdere la sua casa. In Italia i soldi uccidono chi non li ha”
Ecco, lasciate che ve lo dica, leggere le storie di questi suicidi, sintetizzati in poche righe, mi ha provocato una sensazione amara. Vi spiego: ho immaginato queste persone disperate, le ho viste davanti a me con le mani tra i capelli e il viso deformato dalla preoccupazione. Ho pensato ai loro volti scavati dal pensiero dei soldi che non ci sono, dall’ipotesi tragicamente reale di dover licenziare i dipendenti, dalla missione ormai impossibile di una famiglia da mantenere.
Poi, un istante dopo ho immaginato i nostri parlamentari che in questi giorni sono tutti (o quasi) uniti nel dire che il loro stipendio non è poi così alto. Un coro solo – hanno trovato un motivo di unione! – nel respingere gli ultimi dati della commissione Giovannini che parla del record dei loro stipendi rispetto all’Europa! Li ho visti salire sulle loro auto blu, pranzare a sbaffo nei ristoranti di lusso (quelli sì, sempre pieni, per dirla al modo del nostro ex premier), rispondere ai giornalisti con le solite frasi “spot” che non dicono nulla di nuovo, anzi, non dicono nulla e basta. Ho rivisto Monti parlare di sacrifici e il ministro Di Paola difendere la scelta di acquisto dei caccia bombardieri.
Poi li ho visti.. ancora loro, gli altri.. Ho visto l’imprenditore di Catania fissare la corda e mettersela al collo, l’ho visto spenzolare nell’unica via che in quel momento ha ritenuto possibile: la morte. Ho visto anche il pensionato di Bari lanciarsi dal balcone con il coraggio della disperazione.
Ho avvertito una stretta allo stomaco e l’avverto anche ora che sto scrivendo. Accostare l’immagine dei parlamentari “d’oro” con quelle di chi si dispera nei debiti e nella povertà è troppo banale? E’ un accostamento che viene in mente solo a me? Io non credo… Non sto facendo un collegamento diretto di causa-effetto perchè le cose sono molto più complesse… Eppure, queste immagini, che tra loro stridono così tanto, sono “fotografie” dello stesso mondo, dello stesso Paese che forse questa “p” maiuscola inizia a non meritarsela tanto.
Non possiamo non guardare un allarme economico che è diventato emergenza sociale, umana. Le persone si uccidono! Si uccidono perchè non hanno soldi. Non stiamo parlando di ragazzi in preda a sostanze allucinogene o di depressi cronici, persone potenzialmente a rischio. Stiamo parlando di lavoratori o di pensionati che quella pensione se la sono sudata e meritata. Persone che a un certo punto della loro vita si trovano soli ad affrontare situazioni più grandi di loro. In quei casi l’appoggio e l’affetto di amici e parenti serve fino a un certo punto. Prima di tutto ci vuole la base, la base per mettere in piedi la risposta a un problema. E la base è l’equità e la giustizia sociale. Non credo che fino ad ora si sia andati in quella direzione.
Miriam
Miriam
(Questo articolo l'ho scritto per www.romagnagazzette.com in cui trovate la mia rubrica Colpo di coda: http://www.romagnagazzette.com/colpo-di-coda/)
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