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Crisi. Alla scoperta di un sogno dimenticato


C'è la crisi! Ecco l'ho detto pure io! Diciamolo: c'è la crisi. Crisi economica intendo.. che poi solo economica non è mai, chissà quante altre crisi si porta dietro, e da quali altre crisi deriva.. economica, sociale, psicologica, emotiva e chi più ne ha più ne metta... insomma in questo periodo non è che si sta proprio bene bene.
C'è chi non arriva a fine mese, c'è chi per questa ragione sta in ansia e in allarme ogni giorno, c'è chi, per lo stesso motivo, si è anche ammalato.. perchè lo sappiamo, le preoccupazioni non fanno bene per niente. Nel grigio di questi anni, però, c'è anche chi sta bene. Non è vero che tutti stanno male.
Qualcuno stava bene - economicamente ma non solo - già prima, e continua a stare bene ora.
Per molti altri, le tasche sono vuote, la testa è piena di pensieri, il cuore gonfio di paura.

Non invidiamo e non accusiamo di egoismo o disonestà chi vive nell'abbondanza, anzi ammiriamolo, gioiamo per lui e poi pensiamo a noi e a come risolvere la nostra vita. Niente confronti, ma concentrati su noi stessi!
Bene, (bene un cavolo mi direte voi) che si fa? Chi è senza lavoro cerca lavoro, chi è senza casa e senza cibo cerca qualcuno disposto ad ospitarli. C'è chi chiede aiuto allo Stato, chi alle associazioni, e poi c'è chi non chiede aiuto. C'è chi si chiude nel tunnel della rabbia e della vergogna e ha chiuso gli occhi di fronte a una luce che pure è sicuro che c'è.
Bene (insomma, mica tanto, in molti diranno), c'è anche chi incolpa qualcuno o qualcosa per la sua situazione. Questo è sempre successo (anzi, un po' tutti lo facciamo) ma ora più che mai: è colpa della crisi, è colpa dello stato che l'alimenta e "ciuccia" il sangue ai cittadini, è colpa dei grossi pesci che continuano a mangiare i piccoli per il loro benessere.
Bene (proprio bene non mi pare, dirà qualcuno), c'è anche chi crede di aprire gli orizzonti della mente e da la colpa a tutti (tranne se stesso, s'intende): è colpa dell'egoismo delle persone, è colpa di chi pensa solo al proprio orticello, è colpa di chi non si ribella mai, è colpa di chi fa il "lecchino" dei potenti, è colpa dei ladri che ci entrano in casa, è colpa di chi non paga le tasse.
Bene: si sta male e si dà la colpa qualcuno. Quindi? Molti ormai il lavoro non lo cercano neanche più, tanto non c'è.

Ho come la sensazione che siamo in una bolla. Bene (proprio bene no, si può migliorare) se siamo in una bolla, e ognuno è nella sua, cerchiamo di guardarla questa bolla. Questa bolla ci piace? Probabilmente no ma è l'unica che abbiamo: è proprio nostra e di nessun altro. Se la osserviamo bene scopriremo che questa bolla ha dei confini abbastanza morbidi, se per un attimo smettiamo di pensare a quello che gli altri possono fare (o crediamo che facciano) contro di noi o a nostro favore, possiamo toccare con un dito le pareti della bolla e sentirle elastiche. Dentro la bolla ci sei tu, e basta, e in quanto dentro, puoi sicuramente fare qualcosa. Abbiamo già detto che il lavoro è quasi (quasi) impossibile da trovare e che ormai nessuno aiuta nessuno, salvo rari casi. Siamo soli, punto. Forse per la prima volta nella storia (ma sì, esageriamo!) l'uomo è davvero solo. Se riesce a fare tacere per un attimo la sua testa - colma di pensieri e ansie - può sentirsi solo. Quale momento migliore per conoscere la parte più vera di se stessi? Quale occasione migliore per scoprire o riscoprire ciò che amiamo fare? Quello che veramente ci piace e che avevamo messo da parte perchè c'era da lavorare. Quella cosa che tanto non avrebbe funzionato (ci diceva la nostra testa e le bocche degli altri) e che non ci avrebbe fatto fare i soldi che volevamo. Eravamo così sicuri che la vita che volevamo non l'avremmo ottenuta col nostro sogno, che non ci siamo accorti che la vita che volevamo non l'abbiamo ottenuta lo stesso.

Perchè non provare ora? Il lavoro è diminuito o addirittura non c'è più, perchè non fare altro allora? Il tempo non manca, mi pare... Perchè non concedere a quel seme tenuto a secco dentro di noi di germogliare: proviamo a destinare ad esso un po' dell'acqua rimasta. Quando tutto va a rotoli non è detto che dobbiamo rotolare anche noi! Le nostre gambe sono nostre, possiamo decidere di tenerle salde e di camminare in una nuova direzione. Possiamo decidere, con un atto di volontà originario, di non ascoltare le preoccupazioni che abbiamo in testa. Lasciamole in pace per un po', loro sono lì, sempre presenti, ma noi possiamo riconoscerle e scegliere di non darvi ascolto. Possiamo volere ardentemente dedicare le energie rimaste per coltivare la nostra passione più accantonata, per poi scoprire, prestissimo, che queste energie sono inesauribili. Crediamoci, fidiamoci dell'autenticità di ciò che sentiamo dentro.. resistiamo in questa "follia" per un po' e non la lasceremo mai: perchè i frutti arriveranno presto e succosi. Non può essere diversamente. E se qualcosa sembra ostacolarci, è una prova da superare ed è sempre su misura: perfetta per noi in quel momento. Quella prova rafforzerà le nostre convinzioni e volontà oppure ci permetterà di capire che dobbiamo correggere il tiro.

Prendiamo atto che la nostra vita è in mano nostra, lo è sempre stata. Non è facile da mettere in pratica? Forse no, ma abbiamo un'altra scelta? Quale? Forse per la prima volta ci troviamo costretti a realizzare i nostri sogni, perchè sono l'unica cosa che ci è rimasta: non è magnifico? Questo pazzo mondo (che non è altro che il nostro riflesso) ci ha spinti fino ai confini di noi stessi: non possiamo far altro che guardarci dentro ora! E così facendo ci accorgeremo che stiamo cambiando il mondo.
(...Oppure possiamo continuare a lamentarci e a credere che la nostra vita non dipenda da noi... è una questione di scelta).

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