Più fila in farmacia che al supermercato, gente che esce con sporte di farmaci. Anziani e giovani, quasi tutti lamentanti con una voglia pazzesca di elencare i propri mali. Secondo me negli ultimi decenni c'è sfuggito qualcosa...
Li vedi, stanno lì, in fila, naturalmente hanno fretta. Sono i malati cronici, quelli che hanno la lista in mano, che scrollano la testa perchè stanno sempre male, che cercano gli sguardi degli altri malati per lanciare messaggi del tipo "guarda quanti farmaci devo prendere, io sto peggio di te". Poi, al momento del conto, mettono la mano sul portafoglio e dicono l'immancabile frase "mi va via lo stipendio in medicine"... o la pensione.. ci siamo capiti.
I farmacisti sono attenti, veloci, a volte trovano al volo la medicina, "facile questa, ne vendiamo a chili".. a volte consultano per un attimo il computer e la ordinando, massimo il giorno dopo è disponibile. Cazzo, le farmacie hanno le consegne più veloci della terra.
L'ultima volta che ho ordinato un libro nella libreria del mio paese ci ha messo una settimana ad arrivare, ma il farmaco no, lui arriva subito.
Questione di vita o di morte mi si dirà...
Qualcuno si chiederà perchè ce l'ho con i poveretti in fila in farmacia!?? Cosa possono farci loro se stanno male e devono curarsi... Non ce l'ho con loro ed io stessa sono stata più volte in fila in farmacia, e parecchie volte mi sono dovuta imbottire di antibiotici, per un motivo o per un altro..
Non ce l'ho con i malati in fila in farmacia o con gli efficienti farmacisti che ormai sembrano più commessi di un market che altro.. E' solo che recentemente sento che c'è qualcosa che stride: a voi sembra normale che ci sia più fila in farmacia che al supermercato? Che la gente esca dalle farmacie con le sporte? Diciamocelo chiaramente: quanti dei farmaci che vengono assunti sono realmente necessari? quanti se ne prendono solo per far prima? Della serie non posso stare a casa dal lavoro perciò voglio curarmi subito il raffreddore, oppure ho mal di gola e rivoglio subito la mia voce, ho male ad una spalla e voglio che mi passi subito... subito subito subito subito! E il subito arriva, il miracolo avviene: il dolore scompare.
Ma la malattia è ancora lì, la causa che l'ha generata è ancora lì e troverà un altro modo per emergere, magari con lo stesso dolore ma più acuto e più frequente.. o magari con un altro dolore, probabilmente in un'altra parte del corpo.. noi penseremo che si tratta di un altro disturbo mentre è quasi certo che sia lo stesso... quello che avevamo soffocato con i farmaci, che avevamo tappato dentro di noi per non sentirlo più.
Diciamocelo chiaramente, la malattia è sempre il segnale che il corpo ci manda per dirci che qualcosa non va, che un equilibrio si è rotto o è compromesso. Per decenni ci è sembrato normale prendere il farmaco per stare bene senza chiederci perchè un tale sintomo si è fatto vivo nella nostra esistenza.. ma in che razza di sonno siamo mai caduti!! Oggi sono numerosi gli studi (di origine olistica) che vedono nella malattia fisica la punta di un iceberg che è soprattutto emotivo e psicologico, e che quindi invitano alla ricerca della causa che l'ha scatenata. Ciò avviene con una terapia che con l'uso di farmaci non ha nulla a che fare, che di certo dura più di un giorno e che "costringe" a fare un tuffo dentro se stessi, nelle proprie ombre.
E nel frattempo, si chiederà qualcuno, che si fa? Nel frattempo, quando proprio è indispensabile, i farmaci possono avere una loro utilità, oppure, quando il dolore è sopportabile, ci si può anche aprire a medicine alternative. Perchè non provare l'omeopatia o la naturopatia? Perchè non aprirsi alla medicina cinese o ayurvedica? E ci sono tante altre vie da percorrere in cui il ricorso al farmaco è veramente minimo o assente, perchè sono percorsi che tengono conto della persona nella sua totalità.
Dunque, se sentiamo che il nostro dolore non è così acuto, se non c'è un imminente pericolo di vita, perchè non concederci il lusso di conoscere qualcos'altro rispetto al farmaco dello scaffale vicino casa? Davvero mettiamo la nostra salute - e la nostra qualità di vita - nelle mani del sistema sanitario ufficiale con cieca fiducia? Perchè? Infondo siamo consapevoli che le medicine portano con se effetti collaterali, spesso non lievi.. eppure corriamo questo rischio come se fosse l'unica soluzione, mentre non lo è, basta pensarci per un attimo.
Forse si tratta solo di questo, fermarsi per un secondo e chiedersi: c'è un altro modo per stare meglio che non sia ingerire questa pillola? Chiederselo e cercare una prima risposta facendo la domanda a qualcuno che conosciamo oppure semplicemente andando su internet e cercare... vi assicuro che si apre un mondo. Poi, sta nel buon senso di ognuno, informarsi nel miglior modo possibile e farsi consigliare da chi ne sa di più... ma informarsi, come sempre, è il primo passo, per sperimentare realmente ciò che è meglio per sè.
Ci siamo adagiati nella medicina tradizionale come un gatto steso al sole, abbiamo smesso di ascoltare il nostro corpo, di sentirlo nella sua interezza. Abbiamo preso l'abitudine a trattarlo come un assemblaggio di pezzi che ogni tanto vanno riparati, mentre non è così e dentro di noi lo sappiamo.. la malattia stessa ce lo ricorda, la malattia è il nostro corpo (emotivo-psico-fisico) che chiede attenzione, che suona l'allarme perchè vuol far valere le sue esigenze, ascoltiamolo e abbiamone cura, senza fretta. Lui vuole qualità, come noi... non potrebbe essere diversamente perchè lui e noi siamo la stessa cosa. Tanti medici allopatici iniziano a intraprendere vie di medicina alternativa, a cui si dedicano portandosi dietro tutto il bagaglio di conoscenze già accumulato. Perchè lo fanno? Perchè si stanno stancando di avere pazienti abbonati a vita al loro ambulatorio! Persone che per tanti anni soffrono dello stesso male e usano gli stessi medicinali! Questo non è guarire le persone, questo è creare dei dipendenti, dei malati cronici! In tanti stanno capendo che la propria professione non risponde più alla passione che li aveva spinti a diventare medici, con tutti i sacrifici che comporta! Ma, grazie a Dio, non è mai troppo tardi e in tanti stanno rivedendo il proprio operato.
Diciamo che siamo un po' tutti ciechi nel senso totale del termine, cioè, dormiamo. Pensiamo di essere svegli ma dormiamo, mentre qualcuno ha iniziato a svegliarsi. Ormai tutti sappiamo che un po' di attività fisica ogni giorno giova alla salute (un po', non dico due ore di corsa, anche 30 minuti di passeggiata al giorno possono essere sufficienti), la stessa cosa vale per un'alimentazione corretta. Tutti siamo a conoscenza del fatto che troppo cibo non ci fa bene, che i conservanti non sono certo ossigeno per il nostro corpo, che l'eccessivo alcool o gli zuccheri, così come la carne, non rientrano nel segreto della salute.. eppure? Eppure la maggior parte delle persone se ne frega, io per prima, fino a poco tempo fa. Sappiamo cosa sarebbe meglio fare ma non lo facciamo, è come se fossimo posseduti da qualcosa che c'impedisce di farlo! E' come se noi non fossimo più dentro noi stessi, in balia di un pilota automatico che ci porta dove vuole lui. Il segreto è che il bottone per spegnerlo ce lo abbiamo noi, da sempre.
Così, un giorno ho visto per la prima volta questo bottone e ho iniziato a cambiare il mio modo di vivere scoprendo che stavo meglio, molto meglio! Mi sento meglio fisicamente e anche emotivamente.. e nella mia vita succedono cose più belle perchè ora le vedo con maggior chiarezza e non me le lascio sfuggire.
A chi, come mio padre, mi chiede: perchè prima stavi male? Io rispondo di no ma che se solo sentisse come mi sento ora, capirebbe tutto!
Provare per credere. Conoscere un'altra vita rispetto a quello che si vive non significa sputare in faccia a ciò che si è vissuto (a volte però è anche necessario farlo!), ma concedere a se stessi il diritto di stare ancora meglio. Significa non sentirsi arrivati, sentire la vita come un cammino infinito con tante altre tappe tutte da esplorare e, magari, da condividere con gli altri.
Li vedi, stanno lì, in fila, naturalmente hanno fretta. Sono i malati cronici, quelli che hanno la lista in mano, che scrollano la testa perchè stanno sempre male, che cercano gli sguardi degli altri malati per lanciare messaggi del tipo "guarda quanti farmaci devo prendere, io sto peggio di te". Poi, al momento del conto, mettono la mano sul portafoglio e dicono l'immancabile frase "mi va via lo stipendio in medicine"... o la pensione.. ci siamo capiti.
I farmacisti sono attenti, veloci, a volte trovano al volo la medicina, "facile questa, ne vendiamo a chili".. a volte consultano per un attimo il computer e la ordinando, massimo il giorno dopo è disponibile. Cazzo, le farmacie hanno le consegne più veloci della terra.
L'ultima volta che ho ordinato un libro nella libreria del mio paese ci ha messo una settimana ad arrivare, ma il farmaco no, lui arriva subito.
Questione di vita o di morte mi si dirà...
Qualcuno si chiederà perchè ce l'ho con i poveretti in fila in farmacia!?? Cosa possono farci loro se stanno male e devono curarsi... Non ce l'ho con loro ed io stessa sono stata più volte in fila in farmacia, e parecchie volte mi sono dovuta imbottire di antibiotici, per un motivo o per un altro..
Non ce l'ho con i malati in fila in farmacia o con gli efficienti farmacisti che ormai sembrano più commessi di un market che altro.. E' solo che recentemente sento che c'è qualcosa che stride: a voi sembra normale che ci sia più fila in farmacia che al supermercato? Che la gente esca dalle farmacie con le sporte? Diciamocelo chiaramente: quanti dei farmaci che vengono assunti sono realmente necessari? quanti se ne prendono solo per far prima? Della serie non posso stare a casa dal lavoro perciò voglio curarmi subito il raffreddore, oppure ho mal di gola e rivoglio subito la mia voce, ho male ad una spalla e voglio che mi passi subito... subito subito subito subito! E il subito arriva, il miracolo avviene: il dolore scompare.
Ma la malattia è ancora lì, la causa che l'ha generata è ancora lì e troverà un altro modo per emergere, magari con lo stesso dolore ma più acuto e più frequente.. o magari con un altro dolore, probabilmente in un'altra parte del corpo.. noi penseremo che si tratta di un altro disturbo mentre è quasi certo che sia lo stesso... quello che avevamo soffocato con i farmaci, che avevamo tappato dentro di noi per non sentirlo più.
Diciamocelo chiaramente, la malattia è sempre il segnale che il corpo ci manda per dirci che qualcosa non va, che un equilibrio si è rotto o è compromesso. Per decenni ci è sembrato normale prendere il farmaco per stare bene senza chiederci perchè un tale sintomo si è fatto vivo nella nostra esistenza.. ma in che razza di sonno siamo mai caduti!! Oggi sono numerosi gli studi (di origine olistica) che vedono nella malattia fisica la punta di un iceberg che è soprattutto emotivo e psicologico, e che quindi invitano alla ricerca della causa che l'ha scatenata. Ciò avviene con una terapia che con l'uso di farmaci non ha nulla a che fare, che di certo dura più di un giorno e che "costringe" a fare un tuffo dentro se stessi, nelle proprie ombre.
E nel frattempo, si chiederà qualcuno, che si fa? Nel frattempo, quando proprio è indispensabile, i farmaci possono avere una loro utilità, oppure, quando il dolore è sopportabile, ci si può anche aprire a medicine alternative. Perchè non provare l'omeopatia o la naturopatia? Perchè non aprirsi alla medicina cinese o ayurvedica? E ci sono tante altre vie da percorrere in cui il ricorso al farmaco è veramente minimo o assente, perchè sono percorsi che tengono conto della persona nella sua totalità.
Dunque, se sentiamo che il nostro dolore non è così acuto, se non c'è un imminente pericolo di vita, perchè non concederci il lusso di conoscere qualcos'altro rispetto al farmaco dello scaffale vicino casa? Davvero mettiamo la nostra salute - e la nostra qualità di vita - nelle mani del sistema sanitario ufficiale con cieca fiducia? Perchè? Infondo siamo consapevoli che le medicine portano con se effetti collaterali, spesso non lievi.. eppure corriamo questo rischio come se fosse l'unica soluzione, mentre non lo è, basta pensarci per un attimo.
Forse si tratta solo di questo, fermarsi per un secondo e chiedersi: c'è un altro modo per stare meglio che non sia ingerire questa pillola? Chiederselo e cercare una prima risposta facendo la domanda a qualcuno che conosciamo oppure semplicemente andando su internet e cercare... vi assicuro che si apre un mondo. Poi, sta nel buon senso di ognuno, informarsi nel miglior modo possibile e farsi consigliare da chi ne sa di più... ma informarsi, come sempre, è il primo passo, per sperimentare realmente ciò che è meglio per sè.
Ci siamo adagiati nella medicina tradizionale come un gatto steso al sole, abbiamo smesso di ascoltare il nostro corpo, di sentirlo nella sua interezza. Abbiamo preso l'abitudine a trattarlo come un assemblaggio di pezzi che ogni tanto vanno riparati, mentre non è così e dentro di noi lo sappiamo.. la malattia stessa ce lo ricorda, la malattia è il nostro corpo (emotivo-psico-fisico) che chiede attenzione, che suona l'allarme perchè vuol far valere le sue esigenze, ascoltiamolo e abbiamone cura, senza fretta. Lui vuole qualità, come noi... non potrebbe essere diversamente perchè lui e noi siamo la stessa cosa. Tanti medici allopatici iniziano a intraprendere vie di medicina alternativa, a cui si dedicano portandosi dietro tutto il bagaglio di conoscenze già accumulato. Perchè lo fanno? Perchè si stanno stancando di avere pazienti abbonati a vita al loro ambulatorio! Persone che per tanti anni soffrono dello stesso male e usano gli stessi medicinali! Questo non è guarire le persone, questo è creare dei dipendenti, dei malati cronici! In tanti stanno capendo che la propria professione non risponde più alla passione che li aveva spinti a diventare medici, con tutti i sacrifici che comporta! Ma, grazie a Dio, non è mai troppo tardi e in tanti stanno rivedendo il proprio operato.
Diciamo che siamo un po' tutti ciechi nel senso totale del termine, cioè, dormiamo. Pensiamo di essere svegli ma dormiamo, mentre qualcuno ha iniziato a svegliarsi. Ormai tutti sappiamo che un po' di attività fisica ogni giorno giova alla salute (un po', non dico due ore di corsa, anche 30 minuti di passeggiata al giorno possono essere sufficienti), la stessa cosa vale per un'alimentazione corretta. Tutti siamo a conoscenza del fatto che troppo cibo non ci fa bene, che i conservanti non sono certo ossigeno per il nostro corpo, che l'eccessivo alcool o gli zuccheri, così come la carne, non rientrano nel segreto della salute.. eppure? Eppure la maggior parte delle persone se ne frega, io per prima, fino a poco tempo fa. Sappiamo cosa sarebbe meglio fare ma non lo facciamo, è come se fossimo posseduti da qualcosa che c'impedisce di farlo! E' come se noi non fossimo più dentro noi stessi, in balia di un pilota automatico che ci porta dove vuole lui. Il segreto è che il bottone per spegnerlo ce lo abbiamo noi, da sempre.
Così, un giorno ho visto per la prima volta questo bottone e ho iniziato a cambiare il mio modo di vivere scoprendo che stavo meglio, molto meglio! Mi sento meglio fisicamente e anche emotivamente.. e nella mia vita succedono cose più belle perchè ora le vedo con maggior chiarezza e non me le lascio sfuggire.
A chi, come mio padre, mi chiede: perchè prima stavi male? Io rispondo di no ma che se solo sentisse come mi sento ora, capirebbe tutto!
Provare per credere. Conoscere un'altra vita rispetto a quello che si vive non significa sputare in faccia a ciò che si è vissuto (a volte però è anche necessario farlo!), ma concedere a se stessi il diritto di stare ancora meglio. Significa non sentirsi arrivati, sentire la vita come un cammino infinito con tante altre tappe tutte da esplorare e, magari, da condividere con gli altri.
Ciao Miriam, è quasi notte e ho letto il tuo post interessante. Purtroppo io cammino male ora perchè è andata così. Ho perso tempo in medici alternativi, come li chiami tu. Però anche secondo me il farmaco non è tutto, anche se martedì vado dal fisiatra e vediamo. Chiropratici, osteopati, fanno poco, però il rovescio è la medicina invasiva. Non credo ai naturopati, come non credo a i fiori di bach, o all'arnica. Personal trainer che credevo serie, ti mollano quando non capiscono un tubo. Per guarire da sti mali (capisco che tu facevi cenno ad altre cose) bisogna avere un grande lato B. Ciao
RispondiEliminaCiao Ettore! E' vero, anche il lato B è importante, ma forse è il frutto del nostro atteggiamento verso le cose... credo che ogni "rimedio" può essere adatto se lo affrontiamo con fiducia.. il problema è che spesso a non avere fiducia è la parte inconscia di noi che la fa da padrone.. e allora non capiamo perchè certi "percorsi" non funzionano.. noi esseri umani siamo un bel pozzo profondo, e sottolineo "bel".. GRAZIE per il commento, buona settimana :-)
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