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Diversamente mostri


Mi sono avvicinata al fiume in fretta, camminando in mezzo all'erba.
Arrivata sull'argine ho sentito un rumore improvviso, ho alzato la testa e ho visto due anatrelle prendere il volo in fretta.
"Le ho spaventate" ho pensato. Sì, le avevo spaventate.
Sono arrivata velocemente e rumorosamente, il solito essere umano in preda al proprio movimento frenetico! Mi è dispiaciuto, non era mia intenzione spaventare la natura, entro cui mi addentravo con le migliori intenzioni.

Ma in effetti in quel momento camminavo sul sentiero in preda ai miei piensieri, sebbene i miei occhi cogliessero la belleza dell'ambiente intorno a me... Così il rumore che mi portavo dentro era rumore anche dei miei passi, ma io non me ne accorgevo...

Ma loro sì, e sono volate via, subito.

Chissà che mostro strano devo essere sembrata: con un piumino nero, una berretta rossa e tutta insciarpata fino agli occhi. Spuntare all'improvviso con il mio passo pesante da essere umano (con qualche chilo in più tra l'altro) da dietro ai cespugli.

Chissà quante cose ci sembrano mostri ma non lo sono, essendo "solo" il frutto di diverse dimensioni che si incontrano, senza conoscersi.
Se spunta un enorme essere a quattro zampe con due teste nel mio giardino, mi spavento e penso che è un mostro: lo è veramente? Forse, dove abita lui, sono tutti così. Infondo, possiamo dire di essere tutti diversamente mostri.

Trovare una chiave di pace interna, che ci consente di entrare nella natura, casa di tanti meravigliosi animali selvatici (con cui una volta, forse, eravamo più in comunione) senza spaventarli. Cercare questa chiave, che ha il sapore della gentilezza e dell'attenzione, dell'autovigilanza e della meraviglia, forse significa trovare il modo di apparire meno mostri ad altre creature, di questo o di altri mondi.

Alimentare la non violenza esteriore ed interiore (in sanscrito "ahimsa"), cioè pensare ed agire con l'intenzione di non nuocere a niente e a nessuno, nemmeno col pensiero, vuol dire dare una possibilità al dialogo con tutto ciò che è altro da noi. Significa contribuire a costruire ponti tra i regni dei viventi, tra le terre, tra i popoli e tra le diverse dimensioni che attraversano la nostra realtà, spesso, senza essere viste.

C'è una carta dei Tarocchi, La Forza, in cui un leone si fa aprire la bocca da una donna. Questo è possibile solo perchè la belva non avverte in quell'essere umano il minimo senso di minaccia, sotto forma di paura o intenzione di attacco. La donna e il leone sono un unico cerchio virtuoso di vita.

Che la forza della pace sia con tutti noi :-)

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