I giorni cadono come foglie morte, le cose cambiano come sotto ad un fiume in piena senza interpellarti, oppure piano, quasi marciscono, come sotto l'azione di qualcosa di lento e malefico. Qualcosa che ti fa sembrare tutto uguale, e invece no, tutto peggiora, nel senso che si spegne, sfiorisce.
Ci sono attimi che apri gli occhi e capisci che razza di brutta cosa sei diventata, anzi non capisci proprio, nel senso che non riesci a definirti. Ti cerchi, allo specchio o nel suono della tua stessa voce, ma non ti trovi. Poi, sgomento, ti rendi conto che non sai neanche come cercarti, perchè non sai cosa cercare, non sai chi sei. Cosa sei.
Ecco perchè tutto è marcito.
Ecco perchè i giorni si sono putrefatti sotto ai tuoi occhi, il tempo è un mattone che ti schiaccia giorno dopo giorno, li hai tutti in testa quei mattoni.
Cavolo, sei bravo, almeno li tieni in equilibrio, sono così tanti! Eh no, sono tutti dritti in colonna quei mattoni perchè qualcuno (o qualcosa) li ha cementati e perchè tu sei immobile, come un morto, con i piedi impiantati al terreno.
Sei così insignificante, inutile, che nemmeno l'edera ti ha scelto per arrampicarsi alle tue gambe.
Gli uccelli ti evitano, non ti cagano nemmeno in testa. Le nuvole ti scaricano pioggia pesante, il vento ti sbatte in faccia quando è freddo, e si placa, quando è caldo. Perchè tu non abbia sollievo.
Ma non importa, perchè tu non ci sei. Ricordi? Non riesci nemmeno a trovarti allo specchio.
Le persone non ti trattano male, le persone non ti vedono. Le persone, forse, non vedono nulla.
Le persone, è possibile che non siano più persone, come te.
Ti sei mai sentito così? Troppo fermo per la vita, troppo mobile per la vita, troppo o troppo poco per tutto. Ti è mai venuto lo schifo per ogni cosa, anche per le domande che ogni notte levi al cielo. Anche per il cielo. Per tutto quello che vedi e che vorresti vedere, per il fuori e il dentro di ogni cosa. Ti è mai successo?
Perchè se ti è successo, allora, c'è speranza.
p.s.
[prometto che presto scriverò anche un pezzo dal titolo "quel magnifico giorno in cui tutto è vivo]
Questa è la storia di una pecora coraggiosa. Cosa ha fatto di così eroico questa pecora per essere definita coraggiosa? Ha per caso saltato un burrone a piedi pari? Ha combattuto contro un branco di lupi uscendone vincitrice? Ha salvato un intero gregge da terribili macellatori? No, niente di tutto questo, la pecora di cui vi parlo, ha semplicemente deciso di rimanere bianca, mentre tutto il mondo diventava nero. Insomma, c'era una volta una pecora bianca e, in quanto bianca, non aveva vita facile. Erano passati i tempi in cui si diceva “quello è la pecora nera della famiglia”, arrivato il XXI secolo la parola d'ordine era “Esci dal gregge, vai contro corrente, non fare quello che ti hanno sempre detto di fare!”. Ottimi consigli certo, un po' di sana trasgressione fa sempre bene, così come vanno sempre accettate di buon grado gli inviti a ragionar con la propria testa, ma in quel periodo tutto questo era stato preso alla lettera. Fino al punto che un giorno una...

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