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Il colore viola, tra storia, attese, vita, tarocchi

 Il VIOLA: attendere cambiando





Adoro il colore viola e mi è sempre piaciuto notare come nella società esso sia odiato o amato, non ci sono vie di mezzo quando si parla di questo colore. Eppure pare essere il re della "terra di mezzo", di un luogo in cui si attende in mezzo a mille sollecitazioni.

Colore che "porta sfortuna" sul palco scenico o colore della sapienza in quanto unione di rosso (l'umanità di Cristo) e di blu (la sua divinità)? Entrambi! Diciamo che i contesti di riferimento sono alquanto diversi e che tutto, come sempre, è collegato!

Il viola è da sempre, in ambito religioso-cristiano, il colore della Quaresima, il periodo in cui si attende la resurrezione di Gesù dopo la sua morte. E' quindi allo stesso tempo il colore del lutto (è infatti dominante anche nei riti funebri) ma anche dell'attesa di un ritorno della vita. Indica quindi un periodo di aspettativa-trasformazione.

Il motivo per cui è odiato/sconsigliato (ma molto meno del passato!) sul palcoscenico è che nei 40 giorni della Quaresima durante il Medioevo erano vietate le rappresentazioni teatrali e ogni altra forma di spettacolo pubblico. In quel periodo quindi attori e artisti non potevano lavorare con ovvie conseguenze negative!

Il viola è il colore anche dell'avvento, che è anch'esso un periodo di attesa, che anticipa la nascita, così come la Quaresima è attesa della "ri-nascita".

Nell’antica Roma, esisteva una toga bianca con un’ampia striscia viola sul bordo che veniva indossata da ragazzi romani liberi che non avevano ancora raggiunto la maggiore età. Il viola indicava quindi, anche in questo caso, un'età di mezzo, un periodo di crescita-passaggio.

Come poteva mancare un colore così "trasformativo" nei Tarocchi di Marsiglia? E infatti non manca. Ma non abbonda nemmeno.

Come qualcosa di prezioso, da "manovrare con cautela", qualcosa di cui bastano pochissime quantità per il suo massimo funzionamento. Non abusiamo del viola, non occorre, fa il suo dovere benissimo, ne basta una goccia .
Lo troviamo in poche carte (nella Giustizia, nella Ruota di Fortuna e nella Temperanza) in porzioni molto ridotte, rispetto ad altre tinte molto più presenti.

Ci soffermiamo (per ora) solo un po' sul particolare viola della Temperanza (una carta di cui abbiamo parlato in un precedente post). Qui il viola è visibile in basso, nel piede che esce dalla veste.

Potremmo scrivere pagine e pagine sul significato di questo colore, in questa collocazione, in questa carta. Cercheremo di riassumere tutto in questa frase, che suona un po' come un indizio, un consiglio, una spinta a comprendere la carta nella sua interezza:  "che il tuo passo sia trasformante".

La tua attesa (di cui parla la Temperanza) non sia un'attesa passiva sterila, ma sia trasformazione. E non può essere diversamente perchè il liquido scorre incessantemente avanti e indietro tra le anfore del tempo che l'"angelo" tiene in mano.

La carta della Temperanza sembra riassumere il significato del colore viola (e viceversa): l'attesa che attiene alla trasformazione, alla vita che ritorna, che riprende il suo cammino, dopo aver magari corretto la rotta.

A volte penso di essere prigioniera di questo colore, mi avvolgo nella sciarpa viola, indosso una collana di ametista (una pietra viola che ha grosse proprietà di trasformazione-trasmutazione) e aspetto che nella terra di mezzo in cui mi sembra di vivere, germogli qualcosa di giusto.
Prigioniera sì, ma non rassegnata. Aspetto e faccio piccole azioni per favorire il nascere di un nuovo mondo che ancora non scorgo, se non in certi attimi che paiono portarne, in anticipo, la brezza profumata.

Siate attivi, anche nell'attesa. Siate fermi nei vostri principi ma operosi verso gli scopi che sentite come giusti. Non temete il cambiamento, favoritelo, perchè è vita, anche quando passa attraverso momenti che assomiglano molto alla morte.

Vi auguro di finire questo anno così, con il colore viola che brilla come una bellissima pietra di ametista.

E vi auguro di iniziare quello nuovo senza falciare nulla del passato in modo avventato, ci muoviamo sulla strada del tempo che proviene da molto lontano, e ogni piccolo passo è un pezzo di noi di cui essere grati.

Sempre con lo sguardo avanti.

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