Di ritorno dal mare sono rimasta colpita da questo albero. Spaccato quasi a metà, quasi completamente scavato, quasi totalmente svuotato. Quasi. Alla vita quel "quasi" basta, la vita è vita, anche quando sono briciole.
Una specie di buco con l'albero intorno, con la forza e la tenacia di resistere, vivere, continuare a crescere, e donare ancora ombra. Sotto quell'ombra c'era la mia auto, e tante altre ce ne saranno di persone che usufruiranno della frescura della sua chioma.
Qualcuno noterà il miracolo che quell'albero rappresenta, molti altri no.
Un semplice albero, penseranno, come fosse poco.
Altri non penseranno a nulla, useranno quell'ombra, semplicemente.
Non tutto ci è dovuto, ricordiamocelo.
Facciamo lo sforzo di vedere, di capire, di ringraziare.
Quel miracolo non è un miracolo nel senso di qualcosa di magico e inspiegabile, è il miracolo della vita che accade ogni giorno, che in questo caso si fa più evidente, ci racconta qualcosa in più perché necessario. Abbiamo bisogno di ricordare chi siamo.
Quest'albero ci racconta di una forza che è anche nostra, se teniamo le radici nella nostra autentica natura, se teniamo testa e cuore aperti alla vita, come i rami e le foglie di questo magnifico essere vivente.
Siamo alberi nel vento, siamo alberi nel cemento, siamo alberi nel sole e nella pioggia, e sotto la neve, sempre più rara.
Tutti noi siamo quell'albero, dobbiamo solo riconoscerlo e riconoscerci.
Un abbraccio di rami a tutti voi!

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