Quante immagini di te hai negli occhi, nel cuore e nelle mani?
Quante "te" esistono in come ti vedi, in quello che senti, in ciò che fai?
Difficile contarle. A volte hai anche pensato di essere l'unica a sentirti sempre diversa, eternamente oscillante tra uno stato d'animo e l'altro, un sì e un no, una direzione e altre mille!
Insicurezza? Incapacità di decidere della propria vita? Personalità multipla?
Le ha pensate tutte, e forse qualche battuta in faccia te la sei anche presa, da amici, parenti, amanti.
"Sei grande, devi decidere chi essere, cosa fare, cosa vuoi", una frase ascoltata mille volte mentre annuivi guardando fuori dalla finestra.
Sono vent'anni che te lo dicono, vero? Dimmi la verità, ora te lo dicono un po' meno.
I motivi possono essere diversi:
1) ti hanno accettato per come sei (cosa molto rara perché quasi nessuno lo fa nemmeno con se stesso)
2) ti vedono contenta per cui non si fanno e non ti fanno più domande (ti amano davvero e sono felici per te)
3) si sono rassegnati, a te non dicono nulla ma ti parlano dietro le spalle (cosa di cui te ne puoi altamente fregare)
4) ti vedono in linea con ciò che dovresti essere secondo loro senza vedere che muori dentro (e questa è la peggiore delle opzioni)
Qualunque sia la ragione per cui, in piena età adulta, gli altri hanno smesso di dirti di diventare grande e sicura, una cosa è certa, quello che conta è se tu lo dici ancora a te stessa oppure no.
Oppure no: ti collochi nelle prime due opzioni, ti accetti e sei contenta di cavalcare le onde della vita, interiori ed esteriori, come una continua avventura.
Oppure sì, te lo chiedi ancora, ma questa domanda ("chi sono veramente e cosa cerco?") è diventata motore del tuo agire, lievito della tua consapevolezza, acqua per la tua sete di esplorazione.
Non importa se una scossa di inquietudine ti attraversa ogni attimo della vita, ciò che conta è che senti che anche quella è vita, è pensiero che può aprire orizzonti, è emozione che apre il cuore.
Chi sei veramente? Nessuno lo sa, ed è bellissimo.
Miriam
Questa è la storia di una pecora coraggiosa. Cosa ha fatto di così eroico questa pecora per essere definita coraggiosa? Ha per caso saltato un burrone a piedi pari? Ha combattuto contro un branco di lupi uscendone vincitrice? Ha salvato un intero gregge da terribili macellatori? No, niente di tutto questo, la pecora di cui vi parlo, ha semplicemente deciso di rimanere bianca, mentre tutto il mondo diventava nero. Insomma, c'era una volta una pecora bianca e, in quanto bianca, non aveva vita facile. Erano passati i tempi in cui si diceva “quello è la pecora nera della famiglia”, arrivato il XXI secolo la parola d'ordine era “Esci dal gregge, vai contro corrente, non fare quello che ti hanno sempre detto di fare!”. Ottimi consigli certo, un po' di sana trasgressione fa sempre bene, così come vanno sempre accettate di buon grado gli inviti a ragionar con la propria testa, ma in quel periodo tutto questo era stato preso alla lettera. Fino al punto che un giorno una...
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