Ieri ho rivisto questa fotografia scattata anni fa in Portogallo, e mi sono fermata a guardarmi.
Faccia compiaciuta, serenamente contenta di quello che stavo vivendo, sguardo limpido verso la bellezza che stavo accogliendo, il tutto unito da un filo di vibrante entusiasmo che traspare nonostante la posizione statica.
Mi sono guardata allo specchio e ho visto una faccia alquanto diversa, stanca e più spenta.
Non è solo l'effetto del tempo che passa, e non è che ora non abbia entusiasmo, ne sto usando tantissimo in un momento delicato della mia professione in cui letteralmente ho fatto un salto nel vuoto.. vuoto che sto riempiendo, conquistando centimetro dopo centimetro con perseveranza e positività..
Quindi non è questo, quel filo di entusiasmo c'è ancora ad unire le cose, i fatti, i giorni, da allora, fino ad oggi. E' altro, sono come rughe emotive, che non si vedono come quelle fisiche, sono solchi scavati dalle situazioni che in questi ultimi anni ho attraversato come dentro ad una tempesta. Sono i segni di fatti che non ho ancora accettato, di istanti che ho ancora davanti agli occhi ogni volta che li chiudo, attimi che non avrei voluto vivere.
E ora sono qui, reduce del passato e continuamente reduce di un presente complesso, non solo per me. Di certo non si può dire che siano tempi "facili", forse non sono mai esistiti ma ora il tutto è particolarmente evidente. Mai ci sono state così tante ombre sotto la luce del sole, il ché sembra un paradosso ma mi pare un'immagine efficace.
La vita fa i conti senza di noi, anche se dipende da noi. Fa larghi giri, ingloba persone, fatti, energie, intreccia una trama di accadimenti che sembrano succederci per caso. Non è così. Lo capisco quando mi rendo conto che proprio ciò che non avrei voluto vivere e che non accetto, è ciò che mi spinge avanti, a mantenere attivo quel filo di entusiasmo che cuce i miei giorni.
Questa consapevolezza non cambia il risultato: nel mio sguardo c'è una luce diversa, con qualche ombra in più. Non vuol dire che sia una luce meno importante o meno bella, è la mia luce di oggi, meno sfavillante ma mai spenta, che accoglie anche zone oscure. Forse il mio sguardo oggi è meno proiettato in avanti, percorre un orizzonte più a misura di "mano", ma lo fa da una profondità maggiore, intrisa di sensibilità e verità.
In questa foto sono una passeggera di un bus, oggi sono impegnata a guidare la mia nave.
Ovvio che sono più concentrata! ;-)
Miriam

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