E' sera ed è caldissimo. E' settembre e fa un caldo pazzesco, no aria, no sollievo, solo umidità e disagio.
Cosa faccio? prendo in mano questo libro che ho letto anni fa. Lo apro a "caso" (virgolette d'obbligo) e leggo alcune frasi che avevo sottolineato (non mi odiate, sottolineo i libri, e quasi sempre con la penna, non sopporto la matita, il suo essere cancellabile).
Mi ricordo perché amo leggere e perché nessun social potrà mai sostituire la presenza di un testo stampato, che aspetta di essere ritrovato.
Leggo queste due frasi ed è sufficiente per farmi venire voglia di scrivere questo post (e mi ricordo perché anche i social non sono male, se usati in modo umano ;-) ):
"..Non indifferenza ma cura, non adeguamento al presente ma utopia che lavora per un futuro diverso".
Utopia che lavora, concordo! Ecco perché l'avevo sottolineato! ( ;-) )
E poi: "Questo è il punto: desiderare qualcosa di più grande del proprio desiderio egocentrico, qualcosa che venga a coincidere con il bene e la giustizia, con l'autentica grande bellezza".
Desiderio di qualcosa di più grande, di giusto, per tutti. Non dovere ma DESIDERIO.
L'uomo che vuole davvero essere felice sente questo desiderio, siamo nati per la grandezza, pur piccola e sconosciuta che ci sembri.
Ho ancora caldo ma mi sento meglio.
Miriam
P.s. Sono certa che queste due frasi siano sufficienti a rendere il livello intellettuale ed umano di questo libro ("Il bisogno di pensare" di Vito Mancuso).

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