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Sogni o scuse? Elogio dell'azione

Sorriso e capelli sparnazzati che concludono la sagoma con buffo vigore!

Questa sono io, che corro (lentamente ma forte interiormente) nella terra di mezzo delle mie giornate. Entusiasta come una bambina e saggia quel poco che basta per non trasformare i sogni in scuse per non fare nulla.

Sogna in grande, lo dico sempre, ma che la vastità del tuo sogno non sia una scusa per stare fermo. Perché se sogni e basta allora si chiama dormire, ed è un'altra cosa.

Il sogno è motore del fare ed il fare è ossigeno per il sogno.

Se il tuo sogno ti sovrasta come qualcosa di enorme che ti fa ombra, che ti spaventa con la sua maestosità sopra di te piccola, allora qualcosa non quadra. Allora non è un sogno o comunque non è il tuo sogno.

Andando avanti nella mia variegata vita posso dire che importante quanto avere dei sogni sia capire cosa li ha fatti nascere e cosa li alimenta. Come fare? Guardandosi. Se ti trovi ferma, insoddisfatta e comoda, allora qualcosa di necrofilo ha contaminato il tuo sogno, e ancora prima la sue radici, cioè tu.

Il sogno è qualcosa che accende e nutre ogni azione del giorno, ne sono intrisi i pensieri, le parole, gli atti, gli incontri. Il sogno non viene da fuori, è un fiore che sboccia ogni giorno dentro di te, che si fa ammirare ma che ti spinge anche a farne fiorire altri.

Un campo di fiori di cui tutti possono godere, è forse l'immagine principe di un sogno che si realizza, pur trasformandosi, pur diventando altro da ciò che era all'inizio.

Spesso non sai che sogno è, ma ne senti il profumo, la brezza, ed ogni tuo passo quotidiano va in quella direzione, anche senza mappa, anche senza una meta fissata con precisione. Ho imparato ad avanzare per suggestioni, ad utilizzare bozze interiori di un imprecisato disegno come guida, e ad avanzare a tentoni quando sbiadiscono.

Se sei stanca fermati e riposa, poi riparti.

Miriam

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