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Di cosa hai paura?

Fabrizio De André (Genova 18 febbraio 1940 - Milano 11 gennaio 1999)
Di cosa ha paura oggi Fabrizio De André? "Sicuramente della morte. Non tanto la mia che in ogni caso, quando arriverà, se mi darà il tempo di accorgermene, mi farà provare la mia buona dose di paura, quanto la morte che ci sta intorno, lo scarso attaccamento alla vita che noto in molti nostri simili che si ammazzano per dei motivi sicuramente molto più futili di quanto non sia il valore della vita. Io ho paura di quello che non capisco, e questo proprio non mi riesce di capirlo".
(Speciale TG1, intervista di Vincenzo Mollica)



Eccomi, vi avevo detto ieri che oggi avrei scritto quello che ho in mente.. quello che mi è venuto in mente leggendo questa frase di De Andrè.. queste parole, così vere..
Dunque, anche se non so quanti di voi aspettavano il mio post di oggi, eccomi qua a scrivere quello che penso e pensavo anche ieri..


Veramente lo penso da tanto tempo, da quando per la prima volta mi scontrai con i racconti sull'olocausto e tutta la "collezione" di tremende e inumane persecuzioni naziste. Lo penso da almeno 20 anni: penso che non capisco, non capisco come sia potuto accadere un simile inferno in terra. E sposo in pieno le parole di Fabrizio De Andrè: "Io ho paura di quello che non capisco". Quindi ho paura di quell'inferno. Ho paura della Shoah, dei campi di concentramento, delle torture e delle persecuzioni. Ho paura di quella libertà negata, dei diritti calpestati, ho paura degli occhi che nelle persone non vedono più l'essere umano.


Ma è storia passata, dirà qualcuno di voi. No, per me che quella storia non l'ho capita no. Proprio perchè non l'ho capita, ne ho paura. Ma vi dico un'altra cosa: non voglio capirla. Cosa c'è da capire in un simile orrore? Mi devo io sforzare di comprendere il perchè migliaia di nazisti incarceravano e uccidevano ebrei, omosessuali, rom, oppositori politici, anziani, bambini, donne e malati? Quale mai motivazione potrà farmi pronunciare la frase: "ho capito"?? Nessuna, Dio non voglia che mi accada, nessuna.


Credo che le atrocità commesse dai nazi-fascisti non siano da capire. Credo che vadano conosciute e poi, per sempre, ricordate. Qualche roga più sopra, ho scritto di aver appreso delle persecuzioni circa 20 anni fa. Ebbene sì, avevo 12 anni e ho trovato quella che si può definire come la fetta di storia più vergognosa dell'Europa, nelle pagine di Primo Levi. Ricordo benissimo me stessa mentre sbarravo gli occhi davanti al libro "Se questo è un uomo". Ricordo di essermi detta più volte: "non è possibile che sia successo davvero". E invece sì, era ed è tutto vero. Ringrazio ancora la mia insegnante di italiano che ci fece leggere quel libro come compito di narrativa. Spero che quel libro - o qualsiasi altro documento - circoli nelle scuole. E' crudo e terribile, è un libro che ti strozza la mente e il cuore mentre leggi, ma è un libro di verità e i giovani la devono conoscere.


Ricordare è la parola d'ordine, se proprio un ordine, ogni tanto, bisogna darselo. Le testimonianze orali, dirette, sono sempre più rare perchè le persone che hanno vissuto quell'incubo sono quasi tutte morte. Ma con loro, in quel nulla o in quell'altra vita in cui andranno, non si porteranno tutto. Qualcosa ci hanno lasciato. Ci hanno lasciato le loro storie che noi abbiamo il dovere e l'onore di tramandare. Sono fiammelle di verità che dobbiamo mantenere accese.
Non voglio capire, voglio sapere e ricordare. Voglio scrivere per dire che ho paura che quell'inferno possa ritornare. Perchè? Perchè è vero quello che scrive De Andrè, che la morte ci sta intorno. La vita viene calpestata ogni giorno in cui si muovono e spesso crescono piccole follie individuali. A volte si scopre che queste follie hanno assunto la forma di gruppi, o di siti su internet. Persone vengono uccise perchè straniere (non è accaduto da tanto il triste fatto dei ragazzi senegalesi uccisi), sul web compaiono elenchi di persone "colpevoli" di non essere razzisti.
Tutto questo spaventa, tutto questo è sufficiente per arrivare alla conclusione, che quell'odio verso la diversità non si è spento.

E io questo non lo capisco.
Voi?


Questo post lo puoi leggere anche su http://www.romagnagazzette.com/2012/01/13/non-capisco-e-ho-paura/

Commenti

  1. Miriam, come hai fatto a mettere nel tuo formato? Io sono tornato indietro e non mi ricordo più, ciau

    RispondiElimina
  2. ciao Ettore, devi andare in "design" (mi sembra, perchè il vecchio modello non lo ricordo bene..).. scegliere modello DINAMICO o visualizzazione dinamica.. spero sia questo quello che volevi sapere..
    ciaoo

    RispondiElimina

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