Una serata al pub, facendomi i fatti degli altri... così perchè mi andava...
Il più forte è il cameriere, tutto "ringalluzzito" dalla complessità dell'ordine che gli ha fatto una bionda. Mezz'ora per scegliere la birra: "sicuramente le piaccio" ha pensato il ragazzo, e ora ogni volta che passa di lì col vassoio, la guarda con la coda dell'occhio. Questa donna gli ha acceso una dura serata di lavoro, e non se n'è neanche accorta.
Poi ci sono i due "musici": di mezza età (arrotondando per difetto) sia lei che lui. Lui è vestito un po' country e suona lì da una vita; lei stile "Corrida di Corrado" canta davanti a un pubblico sordo. Quasi nessuno applaude, in pochi si accorgerebbero della differenza se invece della musica dal vivo, suonasse un cd di Sanremo.
I tipi al banco sono un classico con cui, nel tempo ci si convive: sono tre, numero perfetto. Il bello, il brutto, il simpaticone. Il bello e il brutto siedono con le spalle al bar e tutto lo spettacolo umano davanti, il simpaticone no, sta in piedi davanti a loro e parla oscurando il "panorama". Fissano le due donne al tavolo di fronte per tutta la serata, con i cappotti appoggiati sulle gambe, ma non faranno loro nemmeno un sorriso.
Le famiglie sono quasi tutte straniere: mangiano e bevono, e si ubriacano pure. Loro sono i più rumorosi, qualcuno li guarda male ma infondo vorrebbe fare come loro.
Non manca mai la coppia "triste", quella che siede in silenzio: lui guarda la tv appesa al soffitto, lei lo fissa scocciata e rassegnata. Come sarebbe bello se lei si alzasse e andasse via - ho pensato per un attimo - ma lo so, è troppo facile farsi i film degli altri.
Noi eravamo in quattro, nessuna aveva voglia di uscire ma alla fine eccoci là anche noi. "Le serate che iniziano senza pretese sono le più belle" ha detto una mia amica nel suo momento di massimo entusiasmo, avvenuto in auto, prima di arrivare al pub.
Buona visione allora
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