Passa ai contenuti principali

I Tarocchi: Il Papa, sacro vascello fra cielo e terra.


Il Papa è la carta che mi è capitata oggi ed è la prima volta che la estraggo. A dir la verità mi riesce difficile descriverla.. proviamo..


Il Papa non è certo il personaggio più sprintoso dei Tarocchi anzi, sembra anche un po' antipatico: se ne sta seduto e guarda altrove mentre benedice con il gesto della mano. Ai suoi piedi due piccole persone al quale lui non pare dare la minima attenzione.

Questa è la prima impressione che ho avuto di questa carta, la numero 5. Poi però mi son detta che non può essere tutto qui, conoscendo (anche se poco) l'immensa ricchezza comunicativa dei Tarocchi. Così ho fatto uno sforzo in più e ho pensato che forse questo Papa non ha nessun bisogno di guardare i propri fedeli che lo pregano perchè la sua presenza sufficiente. Ho pensato che le due persone in ginocchio non chiedono nulla ma semplicemente beneficiano della sacra presenza del Papa. O se anche chiedessero qualcosa, la risposta arriverebbe comunque, con o senza lo sguardo del Papa... magari dopo, sulla strada verso casa, o superandone la soglia.

Il Papa non è solo seduto sul proprio "trono" egli è saldo, è fermo. Su quella sedia egli si fa ponte tra il cielo e la terra, immerso con tutta la sua potenza nella spiritualità e nella carnalità che ha trasceso, elevandola. E' tutt'altro che immobile, il suo sguardo arriva lontano ed è già azione, così come il suo gesto e il suo pastorale che poggia solidamente a terra come ad emanare i suoi insegnamenti.
E poi bisogna dire che il Papa non guarda solo altrove, guarda avanti, verso il numero 6, la carta dell'Innamorato, e considerando l'affollamento di quella carta.. bè l'azione saggia dell Papa serve proprio! Anzi mi diverte pensare che egli guardi il trio della carta successiva con una certa preoccupazione, pronto a dare i giusti consigli. Le carte parlano con te che le consulti ma anche tra loro, ma sempre attraverso te, i tuoi occhi e il tuo cuore e quello che entrambi vedono.

Alejandro Jodorowsky dice tanto di questo Papa, vi copio un tratto a lui dedicato nel suo libro "La via dei Tarocchi".
E SE IL PAPA PARLASSE: "Innanzitutto sono un mediatore di me stesso. Tra la mia natura spirituale sublime e la mia umanità più istintiva, ho scelto di essere il luogo in cui si produce il rapporto. Sono al servizio di questa comunicazione tra il basso e l'alto, la mia missione è unire gli opposti apparenti. Un ponte non è una patria, è soltanto un luogo di passaggio. Consente la circolazione delle energie creatrici del fenomeno, magnificamente illusorio, che chiamiamo esistenza. Non è isolandomi, ma imboccando tutte le vie che comunico la buona novella.
Incarno la benedizione: davanti a me siete in presenza di un mistero. Abitato dalla divinità, ogni minimo gesto che compio acquisisce la dignità del sacro. Per trasformarmi nel luogo dove transita la volontà divina ho imparato a sgomberare da ogni ostacolo, anche quello lasciato dalle mie stesse tracce, i sentieri della mia comunicazione. Mi dirigo verso il nulla perchè l'essere supremo mi invada completamente. Mi dirigo verso il mutismo perchè sia soltanto lui a parlare. Allontano dalla mia bocca qualunque parola che mi appartenga, sommergo il mio cuore nella pace e nell'assenza di desideri per lasciare posto unicamente al Suo amore, ed elimino dalla mia volontà perfino la volontà di eliminare la volontà.
In me esiste lo stesso ordine che c'è nell'universo. Sono un vascello vuoto, senza forma, che trasporta la luce là dove la porta il vento. Mi colloco tra il cielo e la terra, esorto gli abitanti della speranza a elevarsi fin lassù, dove non ci sono limiti. A ciò che sta ancorato alla materia o allo spirito trasmetto la potenza superiore che dà vita all'inanimato.
Tramite me, la carne ascende fino allo spirito per esplodere in un sublime fuoco d'artificio. Tramite me, il gregge di energie angeliche discende verso il freddo della materia per dissolversi in tiepide onde amorose.
Rifiuto ogni maledizione. Benedico ciò che odo, ciò che vedo, ciò che sento. Chiamo l'amore, come un uccello dalle ali smisurate, affinché si posi sulla piccolezza di un cuore. Che ne faccio delle vostre liti familiari, delle vostre pene, delle vostre ferite? Le costringo a mettersi in ginocchio e a pregare. Lasciatemi venire da voi: benedirò tutto il vostro mondo, perfino i vostri problemi.
Investite della mia missione le vostre azioni, svegliatevi di fronte alla forza del sacro: ogni vostro gesto minimo, ogni atto, diventerà a sua volta sacro. Conoscerete l'estasi di chi non parla per sé.
Il pastorale che vedete nella mia mano non è uno strumento per dare ordini. E' il simbolo del mio gioioso annientamento. Ho pacificato i miei desideri, ho trasformato questo branco di lupi affamati in un volo di rondini che festeggiano l'alba con il loro canto. L'oceano tumultuoso che mi agitava il cuore l'ho trasformato in un lago di latte, sereno e dolce come quello che sgorgava dal seno della Madonna.
Chiunque abbia sete può venire a bere dal mio spirito. Non nego nulla a nessuno. Sono la porta che può essere aperta con tutte le chiavi.
Chiunque entri nella mia anima, potrà proseguire fino al limite estremo dell'universo, fino alla fine dei tempi: sono l'ultima frontiera tra le parole e l'impensabile".

Commenti

Post popolari in questo blog

Storia di una pecora bianca che voleva rimanere bianca

Questa è la storia di una pecora coraggiosa. Cosa ha fatto di così eroico questa pecora per essere definita coraggiosa? Ha per caso saltato un burrone a piedi pari? Ha combattuto contro un branco di lupi uscendone vincitrice? Ha salvato un intero gregge da terribili macellatori? No, niente di tutto questo, la pecora di cui vi parlo, ha semplicemente deciso di rimanere bianca, mentre tutto il mondo diventava nero. Insomma, c'era una volta una pecora bianca e, in quanto bianca, non aveva vita facile. Erano passati i tempi in cui si diceva “quello è la pecora nera della famiglia”, arrivato il XXI secolo la parola d'ordine era “Esci dal gregge, vai contro corrente, non fare quello che ti hanno sempre detto di fare!”. Ottimi consigli certo, un po' di sana trasgressione fa sempre bene, così come vanno sempre accettate di buon grado gli inviti a ragionar con la propria testa, ma in quel periodo tutto questo era stato preso alla lettera. Fino al punto che un giorno una...

Il tempo dei cervi

Era il tempo dei cervi, una manciata d'anni fa che però sembra un'altra vita. Il passato è una bolla volante che ci racconta storie... di quelle magiche che non muoiono mai. Come questa... Andavo a camminare la mattina all'alba. Percorrevo  il sentiero sul Rubicone e molto spesso vedevo una famiglia di cervi (che forse erano daini o caprioli...). Li vedevo camminare tranquillamente sui pendii che ci sono tra la Villa Di Bagno e il centro sportivo Seven. Sbucavano tra una macchia di vegetazione e l'altra... prima alcuni adulti e poi altri piccoli... ed inutile dirlo, quando incontri creature del genere tutto si ferma. E io mi fermavo, stavo immobile ad osservarli... e loro spesso osservavano me... si fermavano per qualche istante e poi ripartivano. Io trattenevo il fiato dall'emozione e perché temevo di spaventarli col minimo movimento. Tra noi c'erano il fiume, qualche metro di terreno e mille misteri. Era diventato ormai un appuntamento quotidiano... al mattino...

La foglia che non voleva staccarsi dal ramo

Il vento fresco aveva iniziato a soffiare da fine agosto, e già parecchie di loro si erano lasciate cadere, finendo sul terreno calpestato dai bagnanti. Nel viale alberato a pochi passi dal mare, la foglia pensava alla sua fine imminente con paura: "non voglio staccarmi dal ramo - diceva a se stessa - non voglio staccarmi da te - diceva all'albero - con gli occhi gonfi di lacrime". L'albero pensava che in vita sua era la prima volta che una foglia gli aveva valuto così bene e la rincuorava come poteva: "Non hai nulla da temere, quando ti staccherai da me e ti lascerai cadere nel vuoto sarà bellissimo, sarà come volare". La foglia si sentiva sempre più stanca, mentre il suo colore, da verde, diventava giallo con infuocate sfumature rosse: "Sei sempre più bella - le diceva l'albero - guàrdati, sembri una candela accesa.. per questo ti devi staccare, altrimenti finirai per bruciarmi!" e tentavano, entrambi, di sorridere... Poi, arrivò quel...