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Dicembre: Non solo Natale, non solo capodanno, mentre entriamo nelle tenebre attrezzati con antiche luminarie

Dicembre è il mese del Natale e del Capodanno, le due feste più sentite (o subìte?!) dell'anno.
C'è chi le ama, c'è chi non le sopporta, con il suo carico commerciale e di cose che "vanno fatte"..
i pranzi coi parenti (e sono tutti contenti!?), le cene di scambio regalo (che se non lo fai non va bene perché gli altri te lo fanno), il panettone in ufficio da dividere con chi non sopporti, le luminarie ovunque, anche dove vorresti un po' di penombra per abbandonarti ad un'espressione facciale di stanchezza e disapprovazione, le foto degli amici sotto l'albero di Natale alle Maldive, i giorni di festa da ritagliarsi lavorando il doppio nei giorni precedenti, le ferie assicurate ma in cui non puoi fare quasi nulla perché ci sono mutui, affitti, bollette (e regali!) da pagare.. le cose che non hai e le persone che non ci sono, i vuoti che diventano abissi quando si avvicina il Natale.

Oppure no: luci ovunque che ti rallegrano il cuore, piccoli doni da acquistare nei negozietti o le associazioni del posto, un brindisi con chi ami, amici che non vedi da tempo, giorni di festa e riposo, pranzi in famiglia in cui alleggerire con una risata la gamma delle nevrosi ereditate, un viaggetto che programmi da tempo, un presepe condiviso col quartiere, un albero di Natale fatto coi figli, coi nipoti, un bimbo in arrivo..

E poi il capodanno: la festa da fare per forza, il divertimento ad ogni costo se no sei uno sfigato, la cena con mille amici che durante l'anno non senti mai, la pancia che scoppia di cibo ma bisogna arrivare fino in fondo, i soliti film stantii alla tv, i sogni dello scorso anno ancora nel cassetto

Oppure no: un capodanno con chi vuoi, la cena che aspettavi da un anno, voglia di divertirsi, vestiti nuovi da inaugurare, tanti buoni propositi e sogni da rispolverare, nuove conoscenze da celebrare, il finale con gli amici di sempre dopo un anno bello e brutto, e tante belle cose, buon vino, torrone e cotechino con una pioggia di lenticchie.

Il Natale e il Capodanno, come ogni festa e come ogni giorno dell'anno, non sono altro che il riflesso di quello che pensiamo, diciamo, facciamo, desideriamo, e di come interagiamo con le persone.
L'unica differenza è che spesso sono caricati di aspettative che non sono davvero nostre, o di un entusiasmo che tiriamo fuori solo in quel momento, perché prima rimaneva sopito. Sono le feste in cui è più forte il condizionamento verso ciò che la nostra vita "dovrebbe essere"... chi detta questo imperativo: i condizionamenti esterni o la nostra più profonda esigenza di felicità?

Il punto è sempre lo stesso: dipende da noi.

Per quanto mi riguarda, anche io mi faccio sballottare tra i due estremi di odio e amore per queste feste, collocandomi ogni giorno in un punto di verso della terra di mezzo che c'è tra i due. Un po' respiro in profondità, un po' galleggio in superficie, un po' remo contro corrente, un po' mi faccio trasportare, raramente mi tuffo.

Quello che vorrei dire, e che dopo tutti i "se" e i "ma" elencati sopra.. è che, comunque sia, feste amate oppure no, il mese di dicembre è un mese che io ho sempre sentito potentemente. Amo l'inverno, amo il periodo in cui le giornate si accorciano, i cielo si fa grigio, gli alberi fanno volare le loro foglie per poi immergere i loro nudi rami nella nebbia e nel vento.

Amo dicembre perché è l'inizio di quel periodo in cui non è impossibile che possa nevicare, perché è fatto di giornate in cui la pioggia sbatte per ore contro le finestre. Amo questi mesi in cui al mattino tutto si ricopre di ghiaccio e al primo sole tutto brilla come dentro ad un cristallo. Amo l'aria fresca che punge il naso, il fiato che esce dalle bocche delle persone che camminano per strada..

Amo il silenzio che si fa padrone di molte ore dei giorni, del buio che ricopre di presenza magica ogni vivente apparizione. In dicembre si tocca il punto più buio dell'anno, il momento in cui sono massime le ore di tenebre rispetto alla luce. E dal 20 (circa) in poi, anche se impercettibilmente, anche se il vero freddo dovrà ancora arrivare, il giorno inizia gradualmente a riprendersi il suo spazio, minuto dopo minuto.

La tenebra di dicembre ci prende per mano e ci invita a seguirla, senza timore, senza indugio. E' il momento in cui rallentare, a tratti fermarci, è il momento di allenare una vista più profonda di quella che utilizziamo durante il giorno e nel resto dell'anno. E' il momento in cui, nel buio, possiamo davvero sentire l'immensità a cui apparteniamo, da cui proveniamo, e a cui, per sempre, saremo diretti.

L'immensità in cui già dimorano coloro che hanno lasciato il corpo in questa vita. L'immensità in cui brillano tutti i segreti che non possiamo conoscere, i miracoli del cuore che avvengono ogni giorno senza che noi ce ne rendiamo conto. 
Dicembre è il mese in cui le tenebre sono abbracci per il nostro involucro di carne e sono cuscini per la nostra mente, e mappe per la nostra anima.

Dicembre è anche il mese in cui sono nata, e forse anche per questo lo sento come la mia casa, e quando qualcuno entra, ne riconosco gli occhi. 

Benvenuto dicembre
Miriam

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