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Storia di una pecora bianca che voleva rimanere bianca



Questa è la storia di una pecora coraggiosa. Cosa ha fatto di così eroico questa pecora per essere definita coraggiosa? Ha per caso saltato un burrone a piedi pari? Ha combattuto contro un branco di lupi uscendone vincitrice? Ha salvato un intero gregge da terribili macellatori?
No, niente di tutto questo, la pecora di cui vi parlo, ha semplicemente deciso di rimanere bianca, mentre tutto il mondo diventava nero.
Insomma, c'era una volta una pecora bianca e, in quanto bianca, non aveva vita facile.
Erano passati i tempi in cui si diceva “quello è la pecora nera della famiglia”, arrivato il XXI secolo la parola d'ordine era “Esci dal gregge, vai contro corrente, non fare quello che ti hanno sempre detto di fare!”. Ottimi consigli certo, un po' di sana trasgressione fa sempre bene, così come vanno sempre accettate di buon grado gli inviti a ragionar con la propria testa, ma in quel periodo tutto questo era stato preso alla lettera. Fino al punto che un giorno una pecora disse, con tono alto e fiero: “chi ha deciso che le pecore devono essere bianche?”

E così, molte pecore, con frizzante entusiasmo, iniziarono a farsi nere. Tutto questo accadeva davanti agli occhi increduli delle pecore nere, cioè le pecore che erano davvero nere, fin dalla nascita. Erano poche e ben presto iniziarono a confondersi con le pecore bianche diventate nere per scelta di trasgressione.
“Noi diventiamo nere per comunicare alla società che non deve esistere emarginazione verso le pecore nere, non vanno additate come colpevoli dei mali del mondo, ora, siamo tutte nere, siamo tutte uguali”. Questo era quanto dicevano le pecore bianche diventate nere, tra cui ce n'erano alcune convinte di fare davvero un gesto di solidarietà verso le pecore nere originali. Era una specie di protesta di massa. E fin qui niente di male, il problema arrivò quando la piccola pecora bianca, protagonista della nostra storia, decise che voleva rimanere bianca.

Un giorno, mentre camminava tranquillamente sulla sua collina preferita, fu intercettata da un gruppo di attiviste pecore nere (cioè pecore bianche diventate nere) che, armate di bomboletta spray indelebile, la invitarono a sottoporsi al trattamento. La pecora, a voce bassa, e un po' intimorita, rispose di no, che preferiva rimanere bianca. Provò anche ad avanzare una ragione estetica: “Io sono molto magra, se divento nera, sembrerò scheletrica, insomma se è vero che il nero snellisce, preferirei rimanere bianca”. Le pecore bianche diventate nere si misero a ridere, ma solo per un istante, poi, ritornate serie, e un po' minacciose, chiesero: “Hai qualcosa contro le pecore nere?” “no, assolutamente no” rispose la pecora bianca, che nel frattempo aveva iniziato a indietreggiare e a cercare con lo sguardo una via di fuga. Le pecore nere si avvicinavano sempre di più, e avevano anche tolto il coperchio alla bomboletta del colore, insomma, erano pronte ad agire. Fecero un balzo per avventarsi contro la pecora bianca, ma lei, più giovane di loro, si girò con un agile scatto e balzò via oltre al cespuglio che aveva dietro di sé. Fuggì lontano, senza voltarsi indietro, attraversò diverse colline finchè giunse in un paese che non conosceva.

Mentre cercava di riprendere fiato, sotto l'ombra di un grande albero ai margini di un sentiero, iniziò a notare qualcosa di inquietante: la maggior parte delle pecore che passavano erano nere. Quella strana moda aveva superato i confini del suo paesello ed era arrivata fin lì, a chilometri di distanza. Mentre camminava per le vie del paese, sentiva addosso lo sguardo delle pecore bianche diventate nere, sentiva il loro giudizio negativo, la loro voglia di tingerla di nero. Le pecore bianche erano davvero poche, per lo più erano anziane, “forse verso di loro è rimasto un po' di rispetto” pensò la pecora bianca. Ma dovette subito ricredersi, perchè dopo pochi istanti vide una povera nonna pecora che, contro la sua volontà, veniva spruzzata di nero: “Voi anziani dovete imparare ad accettare le novità, non potete opporvi al progresso sociale!” diceva convinta una pecora bianca diventata nera, mentre la ricopriva di colore. La pecora bianca iniziò ad avere seriamente paura, scappò via e andò a rifugiarsi in una caverna.

Dopo qualche minuto, iniziò a sentire un rumore di passi, poi vide due occhi che, nel buio, si avvicinavano sempre di più, “E' sicuramente una di loro, se fosse bianca la vedrei interamente e invece vedo solo gli occhi” pensò la povera pecora, ormai stanca di correre e quasi rassegnata a farsi colorare. Chiuse gli occhi in attesa della spruzzata di colore, ma non successe nulla, la pecora bianca riaprì gli occhi e vide gli altri occhi che la fissavano, poi sentì la voce dell'altra pecora: “Non temere, non voglio tingerti di nero, io sono una pecora nera, non sono mai stata bianca in vita mia, giuro”. La pecora bianca tirò un sospiro di sollievo, poi guardò bene chi aveva di fronte: “niente da fare – pensò – il nero vero di una pecora nera davvero, è un colore molto più bello”, poi chiese alla pecora nera: “cosa ci fai qui? Da cosa ti nascondi?”.
“Un tempo venivo qui per nascondermi dalle pecore bianche che mi prendevano in giro – iniziò a raccontare la pecora nera – mi dicevano che ero sporca, che così nera sembravo un corvo, che di notte mi confondevo con le creature del male, che sembravo un sacco di carbone, e tante altre cose brutte. Anche la mia famiglia, tutta bianca, mi trattava male, mi diceva che ero la sua disgrazia, che tutto il paese la guardava male da quando ero nata io, nera come la pece. Addirittura, ogni volta che succedeva qualcosa di brutto, davano la colpa a me”.
“E ora, che quasi tutte le pecore sono nere come te, non sei contenta? Perchè ti nascondi ancora?”
“Hai ragione, può sembrare strano ma non mi sento a mio agio in questo mondo tutto nero! All'inizio ero contenta, le pecore che prima mi prendevano in giro, ora mi guardano con rispetto, quasi mi adorano. La mia famiglia si è fatta tingere di nero, non si vergogna più di me e mi porta in giro per le colline con orgoglio. Tutto questo è molto bello, o almeno così pensavo all'inizio ma i problemi non sono finiti. Non riesco più a trovare i miei amici, quelle pecore bianche che mi trattavano bene anche prima, non erano tante ma c'erano.. Ora non riesco più a trovarle, ho saputo che anche loro mi hanno cercato ma senza trovarmi. Non riconosco più le pecore nere che frequentavo una volta e quando le incontro ci esaminiamo a vicenda per capire se siamo veramente noi, se il nostro nero è davvero nero! Insomma, avevo sempre desiderato di essere accettata dalle altre pecore, ma ora che sono tutte nere non sento quella felicità che ho sempre desiderato, è tutto un caos”.
“Ti capisco pecora nera, io ora sto vivendo quello che vivevi tu quando questa moda del nero non era ancora arrivata. Però posso dirti una cosa, il nero delle pecore nere vere è molto più bello, è più lucente e soprattutto il vostro pelo è morbido, mentre quello tinto diventa un po' secco. Ma questo non ti consola vero? Bè anche il mio pelo è ancora vero, morbido e bianco e io lo voglio mantenere così. Non posso tornare a casa, perchè ho saputo che la mia famiglia mi cerca per tingermi di nero.. il mondo è impazzito!”.
“Dicono che si tingono di nero per solidarietà verso di noi – continuò la pecora nera – ma non credo che sia vero. Forse io sarò all'antica ma la solidarietà è un'altra cosa, e il color del pelo non c'entra niente. Amavo trovarmi in mezzo a un gregge bianco e pensare che io ero un piccolo punto nero in quella nuvola di panna. Nonostante le difficoltà trovavo un senso alla mia diversità, e mi stupivo, quando, conoscendo le pecore bianche, capivo che anche loro erano diverse tra loro, ed ero contenta di avere anche delle amiche pecore bianche. Quando venivo preso in giro soffrivo ma avevo sempre la speranza che prima o poi tutte le pecore bianche averebbero accettato il mondo bianco e nero. E invece no, loro credono che per essere felici bisogna essere uguali, ma non è così e non è possibile, perchè uguali non si è mai”.
“E vogliono imporre questa specie di uguaglianza con la violenza! Io non ci sto, io amo il tuo nero e amo il mio bianco per bacco!” disse la pecora bianca.

“E quindi cosa faremo?” chiese la pecora nera guardando la valle.
“Credo che anche questo momento passerà” disse la pecora bianca, d'improvviso rinvigorita dalla fiducia nel mondo e nella vita. In realtà le venne in mente una cosa semplice ma fondamentale. Si ricordò che il colore nero utilizzato per quella folle moda, proveniva da una vecchia fabbrica al cui interno erano rimaste – forse dimenticate dall'uomo – alcuni scatoloni di bombolette spray.
“Dovranno pur finire queste bombolette” pensò la pecora bianca. E di certo, una volta finite, le pecore non avrebbero saputo dove procurarne altre, visto che non c'erano fabbriche per chilometri e chilometri. Di certo, una volta finito il colore, le pecore non sarebbero state in grado di produrlo, son brave a far tante cose, ma non sono tanto portate alla fabbricazione di coloranti.

E così fu, dopo qualche settimana di delirio collettivo, il colore nero finì. La pecora bianca e la pecora nera scesero a valle, e notarono con gioia che per i campi iniziava a comparire qualche piccola pecora bianca. Le nuove nate nascevano bianche e tali rimanevano perchè il nero era terminato, e, senza spray aggiunti, ogni tanto, nasceva una splendida pecora nera. Girando per le colline, se uno era fortunato, poteva incontrare qualche pecora rossa....
Una volta finito lo spray nero, le pecore accecate dalla loro “missione” avevano usato, senza accorgersene, alcune bombolette di colore rosso, rimaste in fondo ad uno scatolone della fabbrica.


Commenti

  1. Bello Miriam. Io sono una pecora bianca, di quelle che alle DIAZ G8 a Genova non menano i ragazzi, che si fermano che ragionano. D'accordo, a loro è stato comandato di esser così, ma io non infierisco sulla minuta intelligence di poveri ragazzi impauriti.
    Sono orgoglioso di essere una pecora bianca, non mi tingerò mai, sarò sempre controcorrente. Non rubo biciclette perché così è moda. Fermi tutti, ragionate. Il mondo è cattivo con noi, povere pecore bianche, ma siamo sensibili e ribelli, e ci piace così.

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    1. Ciao Ettore, io credo di essere a volte bianca, a volte nera, ma senza spray aggiunti!!! Questo racconto mi è venuto in mente perchè ho notato che spesso le persone sono solidali solo all'apparenza, solo per darsi un tono ma poi alla luce dei fatti hanno paura del diverso e di ogni cosa si allontani dal loro orticello... solo nell'essere sè stessi c'è la chiave della vera libertà verso di sè, il mondo e gli altri...
      Non è facile, ma non impossibile!
      kiss :-)

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  2. Ciao Miriam, come sai, in parallelo ogni tanto aggiungo...
    La pecora bianca a tre anni è entrata in contatto empatico con una pecora bianco/nera. Non ti violenta carnalmente, ti entra con la sua voce e ti fa toccare con un dito quello che vuole, te lo ordina... se hai tre anni capti le voci come l'acqua. Da grande la pecora binca quando tenterà di amare con tutto se stesso regredendo completamente, verrà sistematicamente bloccato, dalla voce e gli ordini che ha sentito a tre anni e cercherà di fare la stessa cosa agli altri... amerà possedendo e controllando.
    Quando da adulto incontri la stessa frequenza di voce che ti ha violentato, ti sposti fisicamente verso TRAFOSSI per cancellarla definitivamente da te stesso. Non c'era un cristo a trafossi c'era un'uomo nudo che combatteva contro se stesso aiutato da tanta magia d'amore. Incontrando poi, una pecora nera autentica che giura di esserlo, dotata del minimo indispensabile per non essere di disturbo a nessuno... mi è sembrato un dio. Ne ho lasciata veramente tanta di vernice in fabbrica, impressionante!!!
    Ottimi gli accordi tombali, ti fanno volare ovunque vuoi, ma qualcuno ti colora sempre la vita... poi! smack

    Ivan & & Ciani

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