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Caro diario.. Sei ancora di moda?


Alzi la mano chi non ha mai tenuto un diario? Sarò un’ingenua ma credo che le “donnine” a braccia alzate saranno poche, soprattutto quelle della mia generazione.. E quelle un pò più mature. Sono nata negli anni Settanta, ho vissuto la mia infanzia e adolescenza tra gli anni Ottanta e Novanta, e credo di avere nei cassetti più o meno 10 anni di diari. Qualcuno ancora lucchettato con la chiave chissà dove (la nascondevo bene, poi un giorno non l’ho più usata ed è caduta nell’oblio), altri senza lucchetto, totalmente in balìa di chi si trovasse a frugare nelle mie cose. Però li ho ancora, e a quelle pagine voglio bene.
Ogni tanto mi capita di rileggerle e mi sento fortunata perchè penso: “cavoli adesso sto proprio meglio!”.. Credo di avere avuto una fanciullezza un pò tormentata.. Ma il punto non è questo: Chi di voi non ha mai sentito la tentazione di fissare nero su bianco le proprie giornate, i nomi che fanno battere il cuore, le emozioni che colorano – a volte a tinte fosche! – la vita?
Caro diario.. E’ proprio così, iniziavo così le mie pagine.. A volte erano fiumi di parole, a volte solo qualche frase scritta in fretta. Succedeva che passavano giorni prima di scrivere di nuovo e allora, al diario, chiedevo anche scusa! “scusa diario se ti ho trascurato!” Chissà cosa temevo.. La vendetta del diario trascurato? Comunque sia, a un certo punto ho smesso di scrivere, non ricordo quando, ma ho smesso. Come quando si smette di stare male per qualcosa, un giorno ci svegliamo e il dolore è passato e poi cerchiamo di ricordare quando è avvenuto il passaggio, quando siamo andati oltre.. Ma non lo ricordiamo. Solo la vita lo sà.
Per lavoro e per passione continuo a scrivere. Ho aperto anche un mio blog personale. Insomma alla fine ho capito che non ho mai smesso di scrivere quel diario, ho semplicemente cambiato supporto e, soprattutto, ho tolto il lucchetto. Il web è diventato come un grande diario in cui ognuno scrive la propria pagina e ognuno sceglie se mettere il lucchetto oppure no, attraverso la privacy.
Ora si sta sul web: il 45% delle adolescenti ha un profilo su Facebook e il 40% usa Messenger. Mentre l’80% scrive e-mail con parole, faccine, suoni e immagini (*). Chissà quanti di questi giovani tengono un diario tradizionale, mi piacerebbe sapere se esiste ancora l’adolescente che la sera si stende sul letto e con la penna in bocca inizia a pensare alla propria giornata e poi, mordendosi le labbra e muovendo le gambe, inizia a scrivere: Caro diario..
Forse i giovani che scrivono un diario sono in via di estinzione ma la cosa bella è che continuano a scrivere. Fb esplode di pagine di giovanissimi che ogni giorno vogliono condividere il proprio mondo con gli altri, e l’Italia è ricca di blog e micro-blog. La gente ha voglia di dire, di scrivere e di spedire tutto a tutti, è in corso uno scambio fittissimo di parole e pensieri. Io credo che tutto questo sia un bene. Non importa quale sia la superficie su cui scriviamo, se una pagina bianca, o uno schermo di ultima generazione. L’importante è scrivere, fissare le parole e poi farle volare.. Anzi, navigare.

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