Passa ai contenuti principali

Più sicuri senza burqa?


COSTUMI E REATI. Sotto esame il divieto di indossare il burqa, pena un'ammenda da mille a due mila euro, con introduzione di reato per costrizione all'occultamento del volto. Insomma, "sotto torchio" ciò che per molti è un costume del proprio vivere, ciò che sarebbe "normale" nel loro Paese. Eppure non sono pochi quelli che oppongono a quella che si può considerare una "tradizione" il concetto - che per certi versi è inappuntabile - secondo cui ciò che è permesso e accettato nel Paese d'origine, non è così scontato che lo sia nel Paese in cui si vive. E questo ragionamento apre a tutte le questioni relative alla sicurezza e alla "libertà" delle donne. Sono tante le donne italiane che mosse da ragioni spesso sinceramente altruiste, considerano il coprirsi il volto e il capo con il burka, una forma di sottomissione dell'uomo alla donna. E' un argomento molto complesso, di certo non esauribile in un articolo che, in questo caso, vuole essere uno spunto di riflessione.
Riflessioni e interrogativi. Ci limitiamo dunque a questa breve introduzione a carattere generale e a riportarvi il testo approvato in Commissione affari istituzionali. Lasciamo però ai vostri pensieri anche un interrogativo di fondo che non può non essere preso in considerazione: Che tipo di società è e può essere quella che pensa di contribuire alla sicurezza delle persone vietando con una legge un certo tipo di indumento? Siamo davvero sicuri che le questioni da affrontare, i nodi da sciogliere non siano più in profondità, alle radici dei rapporti umani? Forse è più facile fare una legge che vieti qualcosa piuttosto che intraprendere un sincero cammino di pace fra i popoli e di convivenza delle diversità, inclusa la libertà di duna donna di scegliere cosa indossare?
I FATTI E LA LEGGE. L’assemblea della Camera sta esaminando dal 24 ottobre scorso, il testo unificato di diverse proposte di legge di iniziativa parlamentare (approvato in Commissione affari costituzionali il 19 ottobre) che modifica il c.d. reato di travisamento.
Nel testo approvato in Commissione affari costituzionali si prevede espressamente il divieto di utilizzo degli indumenti femminili in uso presso le donne di religione islamica denominati burqa e niqab, divieto sanzionato con una pena dell’ammenda da 1.000 a 2.000 euro. Inoltre, si propone l’introduzione del reato di costrizione all’occultamento del volto, la cui condanna in via definitiva preclude l’acquisto della cittadinanza.
Di seguito il Testo unificato approvato in Commissione affari costituzionali.
Disposizioni concernenti il divieto di indossare indumenti o di utilizzare altri mezzi che impediscono il riconoscimento personale, l’introduzione del reato di costrizione all’occultamento del volto e modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, in materia di cittadinanza.
Art. 1.
1. All’articolo 5 della legge 22 maggio 1975, n. 152, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) dopo il secondo comma è inserito il seguente:
«Nei casi di cui al primo comma, limitatamente all’uso di indumenti o accessori di qualsiasi tipo, compresi quelli di origine etnica e culturale, quali il burqa ed il niqab, se il fatto è di lieve entità e non risulta commesso in occasione di manifestazioni che si svolgono in luogo pubblico o aperto al pubblico, si applica la pena dell’ammenda da 1.000 a 2.000 euro».
b) al terzo comma le parole: «Per la contravvenzione di cui al presente articolo» sono sostituite dalle seguenti: «Per le ipotesi di cui al primo comma».
Art. 2.
1. Dopo l’articolo 612-bis del codice penale è inserito il seguente:
«Art. 612-ter – (Costrizione all’occultamento del volto). – Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da quattro a dodici mesi e con la multa da 10.000 a 30.000 euro, chiunque costringa taluno all’occultamento del volto con violenza, minaccia o abuso di autorità o in modo da cagionargli un perdurante e grave stato di ansia o di paura o da ingenerare nella persona un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto.
La pena è aumentata fino alla metà se il fatto è commesso a danno di minore o di persona con disabilità di cui all’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104».
Art. 3.
1. Nella legge 5 febbraio 1992, n. 91, dopo l’articolo 24, è aggiunto il seguente:
«Art. 24-bis. – 1. Preclude l’acquisto della cittadinanza la condanna in via definitiva per il reato di cui all’articolo 612-ter del codice penale».

Commenti

Post popolari in questo blog

Storia di una pecora bianca che voleva rimanere bianca

Questa è la storia di una pecora coraggiosa. Cosa ha fatto di così eroico questa pecora per essere definita coraggiosa? Ha per caso saltato un burrone a piedi pari? Ha combattuto contro un branco di lupi uscendone vincitrice? Ha salvato un intero gregge da terribili macellatori? No, niente di tutto questo, la pecora di cui vi parlo, ha semplicemente deciso di rimanere bianca, mentre tutto il mondo diventava nero. Insomma, c'era una volta una pecora bianca e, in quanto bianca, non aveva vita facile. Erano passati i tempi in cui si diceva “quello è la pecora nera della famiglia”, arrivato il XXI secolo la parola d'ordine era “Esci dal gregge, vai contro corrente, non fare quello che ti hanno sempre detto di fare!”. Ottimi consigli certo, un po' di sana trasgressione fa sempre bene, così come vanno sempre accettate di buon grado gli inviti a ragionar con la propria testa, ma in quel periodo tutto questo era stato preso alla lettera. Fino al punto che un giorno una...

Il tempo dei cervi

Era il tempo dei cervi, una manciata d'anni fa che però sembra un'altra vita. Il passato è una bolla volante che ci racconta storie... di quelle magiche che non muoiono mai. Come questa... Andavo a camminare la mattina all'alba. Percorrevo  il sentiero sul Rubicone e molto spesso vedevo una famiglia di cervi (che forse erano daini o caprioli...). Li vedevo camminare tranquillamente sui pendii che ci sono tra la Villa Di Bagno e il centro sportivo Seven. Sbucavano tra una macchia di vegetazione e l'altra... prima alcuni adulti e poi altri piccoli... ed inutile dirlo, quando incontri creature del genere tutto si ferma. E io mi fermavo, stavo immobile ad osservarli... e loro spesso osservavano me... si fermavano per qualche istante e poi ripartivano. Io trattenevo il fiato dall'emozione e perché temevo di spaventarli col minimo movimento. Tra noi c'erano il fiume, qualche metro di terreno e mille misteri. Era diventato ormai un appuntamento quotidiano... al mattino...

La foglia che non voleva staccarsi dal ramo

Il vento fresco aveva iniziato a soffiare da fine agosto, e già parecchie di loro si erano lasciate cadere, finendo sul terreno calpestato dai bagnanti. Nel viale alberato a pochi passi dal mare, la foglia pensava alla sua fine imminente con paura: "non voglio staccarmi dal ramo - diceva a se stessa - non voglio staccarmi da te - diceva all'albero - con gli occhi gonfi di lacrime". L'albero pensava che in vita sua era la prima volta che una foglia gli aveva valuto così bene e la rincuorava come poteva: "Non hai nulla da temere, quando ti staccherai da me e ti lascerai cadere nel vuoto sarà bellissimo, sarà come volare". La foglia si sentiva sempre più stanca, mentre il suo colore, da verde, diventava giallo con infuocate sfumature rosse: "Sei sempre più bella - le diceva l'albero - guàrdati, sembri una candela accesa.. per questo ti devi staccare, altrimenti finirai per bruciarmi!" e tentavano, entrambi, di sorridere... Poi, arrivò quel...