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Dalla mente al cuore. La discesa nelle tenebre


[ Continua da Dalla mente al cuore. I maghi, il bosco e il vento ]

Quarta parte

I due maghi iniziarono a scendere verso la città. Man mano che scendevano l'aria diventava sempre più grigia e quando furono in mezzo alle prime case, divenne quasi impossibile vedersi.
"Ma che tipo di nebbia è mai questa?!" borbottarono Lui e Lei, mentre in lontananza si vedeva una luce fioca avvicinarsi.
"Siete voi?" disse una voce stridula distante qualche decina di metri... "Siete voi?" ripetè... "Stupida! - disse un'altra voce - che razza di domanda è!!!??".... mentre litigavano fra loro, le due voci si avvicinarono sempre di più fino ad arrivare a pochi centimetri dalle facce di Lei e Lui, rimasti muti con gli occhi sgranati.
La lampada illuminò i volti delle due voci: erano due donne anziane e bambine allo stesso tempo, impossibile ipotizzare un'età. "Siete i due maghi della casa nel bosco?... Siete voi?... Il vostro maestro, quel signore affascinante che abita sotto terra, ci aveva detto che sareste arrivati! Proprio ieri ci ha mandato un messaggio con uno dei suoi lombrichi-postini. Sapeva che avreste avuto bisogno di una guida qui in città, se non altro per non andare a sbattere contro i muri! Avete visto che nebbia! Strana è? Ma noi sappiamo cos'è! Cos'è? Cos'è? Seguiteci che vi raccontiamo tutto, seguiteci forza, seguiteci".

Le due donne non avevano dato il tempo, e il fiato, ai due maghi di rispondere ai loro discorsi, o almeno di dare un cenno di vita! Ma non era importante, ora erano troppo concentrati a seguire la loro luce per le vie del paese, sempre più immersi in una nebbia che addensava le tenebre. Finalmente le due donne li fecero entrare in una casa. "Siamo due sorelle - si presentarono - lei è Uto e io sono Pia. Non sono soprannomi, ma sono i nostri veri nomi! I nostri genitori non realizzarono mai i loro sogni perciò quando nascemmo, vollero strafare! Immagino vogliate sapere se questa nebbia è normale oppure no? Ebbene, no, non è normale. E' scesa da mesi ed è sempre più densa".
Lei e Lui si sedettero stanchi e mentre sorseggiavano una tazza di una strana tisana verde fluorescente, ascoltavano Uto e Pia senza dire nulla, anche perchè era praticamente impossibile interromperle.
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"Partiamo dal principio - continuò Uto - allora, circa 6 mesi fa, la città era immersa nella crisi più nera: pochi soldi, gente senza lavoro e senza casa, negozi e locali chiusi, furti e violenza, in un vortice di tristezza e disperazione che sembrava non avere fine. Poi qualcosa iniziò a cambiare: si sparse la voce che"... "Smettila! - la interruppe Pia - parli sempre te, adesso vado avanti io! Si sparse la voce che in una casa della piazza la gente avesse iniziato ad essere felice! Si proprio così! Le persone che passavano lì davanti raccontavano di sentire delle risate! Persone che ridevano! Erano anni che non se ne sentivano... i tanti testimoni dicevano che le risa erano soprattutto di un bambino. In tanti iniziarono a passeggiare in piazza appositamente per sentire gli abitanti di quella casa ridere, finendo per essere contagiati da quelle risate! La cosa sorprendente era che queste persone rimanevano di buonumore anche una volta tornate nelle loro grigie e povere case. Grazie alla gioia che iniziò ad invadere il paese, le vie incominciarono ad animarsi, i negozi riaprirono... i soldi erano ancora pochi ma tanta gente ricominciò ad uscire solo per il gusto d'incontrarsi e, naturalmente, di ascoltare le risa del bambino".

I due maghi erano sempre più interessati alla storia, inevitabilmente il loro pensiero andò al bambino magico: era sempre lui o era come lui? Oppure era tutta un'altra storia?
Il racconto continuò con la voce di Uto: "Ma un giorno quella risata svanì. Quando la gente se ne accorse iniziò a smettere di sorridere e l'atmosfera ricominciò a farsi cupa. Per un po' di giorni le persone continuarono a recarsi in piazza nella speranza di sentire ancora quella risata, ma nulla... sparita! Non sappiamo il motivo di questo, non sappiamo dove sia il bambino e se sta bene! Non siamo riuscite a capire esattamente in quale casa abitasse". Poi, stranamente, il silenzio, le due sorelle si guardarono e poi guardarono i due maghi: "Le persone stanno morendo di disperazione, nessuno osa più sperare che questa nebbia si alzerà. Noi crediamo che sia proprio il frutto della loro tristezza e rassegnazione. Abbiamo provato a diffondere questa ipotesi, ad invitare le persone a sorridere ma nessuno ci ascolta, anzi ci deridono e ora... con la nebbia sempre più fitta, nessuno ci vede nemmeno più... nessuno vede più nessuno. Il vostro maestro-mago ci ha avvisato che sareste arrivati perchè siamo la casa più vicina al bosco, proprio alla fine del paese, e quindi siamo un po' meno contaminate da tutta questa cupezza. E poi, ogni volta che ci guardiamo allo specchio, ci mettiamo un po' a ridere! C'è speranza!" Conclusero Uto e Pia.  ★˚ ˛☆ ˚ ★˚ ˛☆˚ ★˚ ˛☆ ˚ ★ •*˚ ☆˚˛˚ ★˚ ˛☆ ˚ ★ •*

"Siete sincere - disse loro il mago - ho letto le vostre menti e, in mezzo a tanta sofferenza, ho visto una chiara intenzione di essere utili. Cercheremo di capire cosa stia succedendo e di fare qualcosa per far tornare un po' di luce. Io e Lei siamo convinti che la soluzione sia molto più vicina e semplice di quanto si creda anche se.... non la conosciamo!". Le due sorelle lo guardarono stupite e poi li ringraziarono, prima di accompagnarli nella loro stanza. Era una notte cupa come non avevano mai visto, Lei azzardò a mettere la testa fuori dalla finestra e a guardare verso l'alto. Un'espressione di terrore apparì sul suo viso: "Queste tenebre sono sempre più dense, ci sono come delle nuvole di materia scura che premono sulla città, e hanno delle braccia di pietra che si avvicinano alle strade e alle case. Ma è possibile che l'essere umano abbia creato una cosa così terribile e indecifrabile?...". Purtroppo in cuor loro sapevano che la risposta era sì. Mentre Lui si addormentava, Lei si preparava a fare un viaggetto nei sogni di Uto e Pia...

Buon viaggio!
Miriam

Quinta parte  Dalla mente al cuore. I due maghi e il mostro di pietra
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Commenti

  1. A questo punto spezzo un'arancia a favore di "Lui"... la scrittrice, forse in accordo con
    l'affascinante Maestro Mago, lo hanno descritto un "piagnucolone" "frignone"!!!
    "Lui" inietta il pianto (dopo secoli di rimandi!!!) nelle sue vene a dosi costanti, controllate, cammina nel bosco col cuore sotto i piedi, sente la terra e prega con "gemiti inesprimibili" piange per i "furbetti del quartierino", parla con dio per gli angeli, lo può fare anche senza la mente e i suoi poteri materiali e la TROVA.
    ... quindi dubito che le tenebre possano avvolgere "Lei", a meno che non siano sposati ed incastonati
    nel rapporto di coppia classico e non certo da maghi.

    P.s.
    quanto sopra va inteso come un libero sfogo alla fantasia... un sorriso... Ciao buona giornata

    RispondiElimina
  2. Grazie per il commento.. In effetti sì, direi che è un libero sfogo della fantasia.. forse un racconto parallelo!!! ih ih ih .... però ci sta! sempre! ZAO

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cuore e fantasia sono la stessa cosa, la mente non sopporta il cuore... comunque.
      O manca fantasia o manca cuore, nel racconto, nun so' "parallelo" e nun me l'aveva m'ai detto néssuno!
      Divertito quanto riconoscente, un Felice Viaggio anche a Te.

      Elimina

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