Ogni volta che estraggo questa carta mi vien da storcere il naso: No! Lei no, mi dico! Insomma... immagino di non essere l'unica: la figura dell'eremita non trasmette un gran senso di vivacità e soprattutto sembra un trampolino per l'isolamento... ma.. ma c'è sempre un "ma"...
L'Eremita è anche una bella carta, se si va oltre la prima impressione... andiamo dunque un po' più a fondo: è una persona anziana... quindi? SAGGEZZA! E non mi pare una cosa da poco, il bastone su cui si appoggia è indice di una forma fisica non più smagliante ma anche di una persona che continua a muoversi, altrimenti ci sarebbe stata una sedia a dondolo! Per quanto riguarda l'isolamento, bè.. direi che se usiamo un'altra parola, ad esempio "solitudine", lo spettro dei significati si allarga... sappiamo bene che ogni tanto lo star soli è l'unica soluzione al caos che abbiamo dentro... tutti ammettono il valore della solitudine ma quasi nessuno ha il coraggio di viverla.
In tanti dicono "sto bene da solo" ma spesso da soli non sono mai stati, non se ne accorgono e non si fanno domande.. bè, questa carta potrebbe farle nascere!
Estrarre l'Eremita può voler dire tante cose, dipende da quale posizione assume nel tiraggio e dalla domanda iniziale che abbiamo posto agli arcani... ad ogni modo c'è un altro elemento da considerare: la lampada. La lampada serve per illuminare il cammino ma la cosa ancor più bella è che in realtà l'eremita illumina la strada dietro di sè. Questa carta è infatti la numero VIIII ed essendo girato verso la carta precedente (la VIII La Forza), l'eremita - che seguendo l'ordine dei tarocchi, cammina verso la X (Ruota di Fortuna) - sta illuminando la via che ha già percorso. Perchè? Perchè come ogni saggio è seguito da altre persone a cui cerca di fare luce con la sua lampada. Sul proprio bastone, l'anziano signore si ferma e aspetta chi è più giovane, forse, ma non più capace.
La lanterna però illumina anche la figura che la regge e questo introduce un altro aspetto molto importante e, direi centrale per tutti: illuminare se stessi... perchè? Chi ci deve vedere? Forse qualcuno che dall'alto può darci qualche indicazione sull'esatto punto in cui ci troviamo. L'eremita illumina il cammino agli altri ma allo stesso tempo illumina se stesso rivolto al Divino... come a dire: "Ehi ho fatto tanta strada e sto ancora camminando, ho bisogno che tu mi veda e mi dia un cenno!"... e sicuramente il cenno arriverà! Consideriamo che la carta successiva è la Ruota di Fortuna, indice di cambiamento e movimento! Si va avanti! E' una storia senza fine!
Ed ora, come consuetudine, godiamoci ciò che la carta ci direbbe se potesse parlare... così come ce la fa vivere Alejandro Jodorowsky nel suo libro La via dei Tarocchi
"Sono arrivato alla fine della strada, là dove l'impensabile si presenta come un baratro. Davanti a questo nulla non posso più andare avanti. Posso soltanto indietreggiare, contemplando la strada percorsa. E ogni volta che indietreggio, compongo davanti a me una realtà.
Tra la vita e la morte, in una crisi continua, tengo accesa la mia lanterna, la mia coscienza. Mi serve, ovviamente, per guidare i passi di chi mi segue lungo la via che ho aperto. Ma risplende anche per segnalare me stesso: ho portato a termine tutto il lavoro spirituale che dovevo fare. E adesso, oh mistero infinito vieni in mio aiuto.
Piano piano mi sono liberato da ogni vincolo. Non appartengo più ai miei pensieri. Le mie parole non mi definiscono. Ho sconfitto le passioni: libero dal desiderio, vivo nel mio cuore come in un albero cavo. Il mio corpo è un veicolo che vedo invecchiare, passare, svanire come un fiume dalla corrente inarrestabile. Non so più chi sono, vivo nella totale ignoranza di me stesso.
Per arrivare alla luce, mi addentro nell'oscurità. Per arrivare all'estasi, coltivo l'indifferenza. Per arrivare all'amore per tutto, mi ritiro nella solitudine. E lì, nel più remoto angolino dell'universo, apro la mia anima come un fiore di luce pura. Gratitudine senza pretese, l'essenza della mia conoscenza è la conoscenza dell'Essenza.
Lungo il cammino della volontà ho raggiunto la cima più elevata. Sono fiamma, poi calore, poi luce fredda. Eccomi qui a risplendere, a chiamare e ad attendere. Ho conosciuto la mia solitudine completa. Questa preghiera va direttamente da me al mio Dio interiore: ho l'eternità davanti alla mia schiena. Tra due abissi ho atteso e continuerò ad attendere. Non posso più proseguire o retrocedere da solo: ho bisogno che venga tu. La mia pazienza è infinita, come la tua eternità. Se non vieni, ti aspetterò fino a consumarmi. Sono l'olio della mia lampada, quest'olio è il mio sangue, il mio sangue è un grido che ti chiama. Sono la fiamma e il richiamo. Ho compiuto la mia missione. Ora soltanto u puoi proseguirla. Sono la femmina spirituale, l'attività infinita della passività. Come una coppa, offro il mio vuoto perchè venga colmato. Poichè mi sono aiutato da solo, adesso aiutami tu".
L'Eremita è anche una bella carta, se si va oltre la prima impressione... andiamo dunque un po' più a fondo: è una persona anziana... quindi? SAGGEZZA! E non mi pare una cosa da poco, il bastone su cui si appoggia è indice di una forma fisica non più smagliante ma anche di una persona che continua a muoversi, altrimenti ci sarebbe stata una sedia a dondolo! Per quanto riguarda l'isolamento, bè.. direi che se usiamo un'altra parola, ad esempio "solitudine", lo spettro dei significati si allarga... sappiamo bene che ogni tanto lo star soli è l'unica soluzione al caos che abbiamo dentro... tutti ammettono il valore della solitudine ma quasi nessuno ha il coraggio di viverla.
In tanti dicono "sto bene da solo" ma spesso da soli non sono mai stati, non se ne accorgono e non si fanno domande.. bè, questa carta potrebbe farle nascere!
Estrarre l'Eremita può voler dire tante cose, dipende da quale posizione assume nel tiraggio e dalla domanda iniziale che abbiamo posto agli arcani... ad ogni modo c'è un altro elemento da considerare: la lampada. La lampada serve per illuminare il cammino ma la cosa ancor più bella è che in realtà l'eremita illumina la strada dietro di sè. Questa carta è infatti la numero VIIII ed essendo girato verso la carta precedente (la VIII La Forza), l'eremita - che seguendo l'ordine dei tarocchi, cammina verso la X (Ruota di Fortuna) - sta illuminando la via che ha già percorso. Perchè? Perchè come ogni saggio è seguito da altre persone a cui cerca di fare luce con la sua lampada. Sul proprio bastone, l'anziano signore si ferma e aspetta chi è più giovane, forse, ma non più capace.
La lanterna però illumina anche la figura che la regge e questo introduce un altro aspetto molto importante e, direi centrale per tutti: illuminare se stessi... perchè? Chi ci deve vedere? Forse qualcuno che dall'alto può darci qualche indicazione sull'esatto punto in cui ci troviamo. L'eremita illumina il cammino agli altri ma allo stesso tempo illumina se stesso rivolto al Divino... come a dire: "Ehi ho fatto tanta strada e sto ancora camminando, ho bisogno che tu mi veda e mi dia un cenno!"... e sicuramente il cenno arriverà! Consideriamo che la carta successiva è la Ruota di Fortuna, indice di cambiamento e movimento! Si va avanti! E' una storia senza fine!
Ed ora, come consuetudine, godiamoci ciò che la carta ci direbbe se potesse parlare... così come ce la fa vivere Alejandro Jodorowsky nel suo libro La via dei Tarocchi
"Sono arrivato alla fine della strada, là dove l'impensabile si presenta come un baratro. Davanti a questo nulla non posso più andare avanti. Posso soltanto indietreggiare, contemplando la strada percorsa. E ogni volta che indietreggio, compongo davanti a me una realtà.
Tra la vita e la morte, in una crisi continua, tengo accesa la mia lanterna, la mia coscienza. Mi serve, ovviamente, per guidare i passi di chi mi segue lungo la via che ho aperto. Ma risplende anche per segnalare me stesso: ho portato a termine tutto il lavoro spirituale che dovevo fare. E adesso, oh mistero infinito vieni in mio aiuto.
Piano piano mi sono liberato da ogni vincolo. Non appartengo più ai miei pensieri. Le mie parole non mi definiscono. Ho sconfitto le passioni: libero dal desiderio, vivo nel mio cuore come in un albero cavo. Il mio corpo è un veicolo che vedo invecchiare, passare, svanire come un fiume dalla corrente inarrestabile. Non so più chi sono, vivo nella totale ignoranza di me stesso.
Per arrivare alla luce, mi addentro nell'oscurità. Per arrivare all'estasi, coltivo l'indifferenza. Per arrivare all'amore per tutto, mi ritiro nella solitudine. E lì, nel più remoto angolino dell'universo, apro la mia anima come un fiore di luce pura. Gratitudine senza pretese, l'essenza della mia conoscenza è la conoscenza dell'Essenza.
Lungo il cammino della volontà ho raggiunto la cima più elevata. Sono fiamma, poi calore, poi luce fredda. Eccomi qui a risplendere, a chiamare e ad attendere. Ho conosciuto la mia solitudine completa. Questa preghiera va direttamente da me al mio Dio interiore: ho l'eternità davanti alla mia schiena. Tra due abissi ho atteso e continuerò ad attendere. Non posso più proseguire o retrocedere da solo: ho bisogno che venga tu. La mia pazienza è infinita, come la tua eternità. Se non vieni, ti aspetterò fino a consumarmi. Sono l'olio della mia lampada, quest'olio è il mio sangue, il mio sangue è un grido che ti chiama. Sono la fiamma e il richiamo. Ho compiuto la mia missione. Ora soltanto u puoi proseguirla. Sono la femmina spirituale, l'attività infinita della passività. Come una coppa, offro il mio vuoto perchè venga colmato. Poichè mi sono aiutato da solo, adesso aiutami tu".

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