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I Tarocchi. La ruota della fortuna: il movimento della vita

La vita è una ruota che gira! Quante volte abbiamo sentito dire questa frase oppure l'abbiamo detta noi? Tante! Ammettiamolo... a volte con tono di accettazione di fronte ai cambiamenti, a volte con tono un po' sadico verso chi non ci sta tanto simpatico... altre volte nei confronti di chi non ci tratta come vorremmo, sperando in una giustizia divina! Insomma questa ruota che gira, spesso assume un po' il significato di desideri di vendetta repressi! Ma io non sono a favore della repressione e la vendetta non mi piace per niente! Quindi ci deve pur essere un altro significato di questa benedetta ruota!

E infatti, nei tarocchi di Marsiglia di Camoin e Jodorowsky, la carta "La ruota della fortuna" si carica di ben più significati, e, come sempre, abbraccia sia aspetti positivi che negativi della vita... tutto dipende da noi! Non dimentichiamolo! Siamo noi che interroghiamo le carte, e siamo lì, davanti a loro con tutto il nostro carico di vita, conscia e inconscia!
L'animale centrale, quello più in alto, è azzurro, spirituale dunque, e sembra mantenersi in equilibrio, sembra dirci: "forza, non ti arrendere, raggiungimi!"... poi ci sono le altre due creature, una scende e una sale... mentre le osservo mi piace pensare che tutto avvenga nello stesso istante, ora! Ora, saliamo, scendiamo e stiamo in equilibrio, in percentuali differenti magari, ma siamo sempre noi e siamo sempre il tutto! E' la nostra percezione, il nostro livello di consapevolezza che cambia... la ruota ci ricorda che tutto è sempre in movimento, anche se non ce ne accorgiamo... la ruota ci dice che a volte l'impressione è sbagliata: ti sembra di essere fermo ma non è vero, e viceversa.

Inutile dire che Alejandro Jodorowsky riesce a rendere questa carta (e anche le altre!) una ruota sul cammino della poesia dell'anima... ascoltiamolo (dal libro La via dei tarocchi ):

E SE LA RUOTA DELLA FORTUNA PARLASSE?
"Ho conosciuto tutte le esperienze. All'inizio avevo davanti a me un mondo di possibilità. In seguito, guidata dalla volontà, dalla Provvidenza o dal caso ho fatto le mie scelte, ho accumulato conoscenza per poi esplodere senza uno scopo prefissato. Mille volte ho trovato la stabilità. Ho cercato di conservare i frutti sul mio tavolo, ma li ho visti marcire. Ho capito che dovevo aprirmi agli altri, condividere. Avrei dovuto cercare il grande Altro dentro di me, la sorgente divina. Il centro delle mie innumerevoli evoluzioni intorno a questo asse. Mi sono perduta cercando tutto ciò che mi assomigliava. Ho conosciuto il piacere di riflettermi negli occhi dell'altro come in infiniti specchi. Fino al giorno in cui, con una forza irresistibile, ho agito sul mondo cercando di cambiarlo per rendermi conto che potevo soltanto cominciare a trasformarlo. La mia ricerca si è allargata fino a impregnare la materia nella sua totalità, e ho raggiunto la spaventosa perfezione, quello stato in cui nulla mi si poteva aggiungere e nulla mi si poteva togliere. Non ho voluto rimanere così, pietrificata. Allora ho abbandonato tutto, avendo come unica compagna la mia saggezza. Sono arrivata al limite estremo di me stessa, piena ma bloccata, in attesa che il capriccio divino, l'energia universale,  il vento misterioso che spira dall'inconcepibile mi faccia ruotare e che nel mio centro prenda vita il primo impulso di un nuovo ciclo.
Ho imparato che tutto quello che comincia finisce, e tutto quello che finisce comincia. Ho imparato che tutto quello che si eleva ridiscende, e tutto quello che ridiscende si eleva.
Ho imparato che tutto quello che circola finisce per ristagnare, e tutto quello che ristagna finisce per tornare in circolo. La miseria si trasforma in ricchezza, e la ricchezza in miseria. Da un mutamento all'altro vi invito a unirvi alla ruota della vita accettando i cambiamenti con pazienza, docilità, umiltà, fino al momento in cui nascerà la Coscienza. Allora tutto ciò che è umano, come la crisalide che si trasforma in farfalla, raggiungerà quel grado angelico in cui la realtà smette di girare su se stessa, quando si innalza fino allo spirito del Creatore".

Commenti

  1. penso che noi siamo persone con memoria corta, anzi cortissima, cerchiamo una sorta di serenità nel presente, si ha un terrore vigliacco nel progettare il dopo domani...ci hanno insegnato e abbiamo imparato a barattare le merci con le emozioni, così parliamo solo di cose che durano un presente e non ce ne frega una pippa cosa saremo dopo domani, a pochi interessa il prossimo giro della ruota.! solo se si capisse il vero dono di quella ruota che gira, le opportunità che ci regala, la serenità profonda che ci trasmette il vivere ogni giorno, provando a diventare coraggiosi. olè

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  2. .. credo che in realtà spesso si inquini anche il presente.. se il presente fosse vissuto in modo autentico, anche il domani sarebbe raggiante e farebbe meno paura... in verità (secondo me, naturalmente) la paura impedisce proprio il presente e posticipa al futuro l'idea di felicità.. il risultato è che il futuro è già qui e se lo siamo giù giocato! (mi ci metto dentro pure io.. ne ho di strada da fare..)
    CIAO, e grazie per il commento-confronto :-)

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  3. C'è una totale incapacità di vedere l'altro, di accoglierlo, di accettarlo, di ammettere le nostre debolezze...di ridare agli altri una libertà che gli sottraiamo in mille modi, chi stabilendo delle dipendenze economiche, chi approfittando dei punti deboli dell'altro, delle sue aspettative, dei suoi dubbi, si fanno in continuazione proiezioni, mai una volta che qualcuno dicesse assumendosi la responsabilità 'Io ho sbagliato, io ho frainteso...? sempre tu tu tu...nel bene e nel male...è vero che la ruota , il destino deve intervenire per interrompre certi circoli viziosi stabiliti solo dall'arroganza e dall'orgoglio, dalla smania di potere e possesso! E' un discorso che mi sembra in parte anche legato a Saturno

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    1. E' vero, questa incapacità c'è in tutti, in modo diverso magari... spesso non capiamo che ciò che giudichiamo nell'altro è ciò che non accettiamo in noi stessi... che gli altri sono il nostro specchio non è solo una frase ad effetto.. è vero: se negli altri qualcosa ci procura gioia o dolore è perchè in qualche modo "dialoga" con una parte di noi, altrimenti ci sarebbe indifferente... a volte, lo capiamo, vediamo i nostri "muri" ma rimandiamo la scalata.. Ed è anche giusto così, mai forzare.. ma nemmeno incolpare gli altri nè noi stessi.

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