Passa ai contenuti principali

Un film che non ti piace, il tempo prima del cambiamento

Ci sono giorni in cui ogni cosa ci sembra abbia un significato in più rispetto a ciò che appare. Ogni immagine, parola, momento che viviamo, scena a cui assistiamo, sembra entrate dentro ad una parte di noi che è in ascolto più del solito. Succede quando nella nostra vita sta per avvenire un cambiamento.

A volte passano anni in cui sembra non accadere nulla di diverso, anni in cui soffriamo per i soliti motivi, ci arrabbiamo nelle questioni "di sempre", e cerchiamo pace e gioia nelle situazioni a noi più congeniali.

Poi arriva un momento in cui la gioia non è più tale, la sofferenza acquista altre sfumature e la rabbia si diffonde a momenti di vita che sembravano abbonati alla serenità.

Perché succede questo? Perché nei precedenti tempi "immobili", in realtà tutto scavava: la sofferenza, la gioia, la rabbia. I sogni continuavano a volare sopra le nostre teste, a sostare davanti ai nostri occhi nei momenti in cui ci concedevamo di guardarli ancora.. a rannicchiarsi in un angolo fresco del cuore.

In quei tempi immobili (dicevo, non devo perdermi!) in realtà tutto si muoveva, spingeva, tirava, a volte da parti opposte. Fino al momento in cui tutto si è fermato come in una fotografia sfocata, in cui non si capisce bene cosa ci sia dentro ma che ha un certo fascino. E' il nostro fermo immagine, quel momento in cui l'ingranaggio s'inceppa: non è più possibile andare avanti e nemmeno tornare indietro.

E' un momento fermo, che può durare anche tanti giorni: quando tutto si sbiadisce e ci sembra di vere la nostra vita come se non fosse nostra. E' come un film che non ci piace di cui vorremmo cambiare soggetto, regia e attori. Ogni scena ci racconta qualcosa ma non riusciamo a capire cosa: rimaniamo fermi ad osservare una telenovela che ci annoia e ci inquieta allo stesso tempo. Tutto ci sembra fuori posto e allo stesso tempo sembra volerci parlare.
Va bene così, respira e spostati.

Sei tu che non sei nel tuo posto. Sei dentro la tua vita ma non la stai dirigendo, hai perso gradualmente il timone di una nave che ha attraversato tempeste e bonacce. L'hai guidata per tanto tempo, a volte da sola, a volte con altri, altre volte non eri tu a guidarla.

Dove andare? In quale mare sei? Non lo sai e non vedi fari all'orizzonte. Sopra di te è il cielo è sole, è nuvole, è vento. Tutto il meteo ipotizzabile ti attraversa e ti lascia immobile. Va bene.

Va bene così, respira e molla il timone.
Basta, tuffati, questo è il tuo amore, costruito da te onda dopo onda in tutto questo tempo.

Miriam

Commenti

Post popolari in questo blog

Storia di una pecora bianca che voleva rimanere bianca

Questa è la storia di una pecora coraggiosa. Cosa ha fatto di così eroico questa pecora per essere definita coraggiosa? Ha per caso saltato un burrone a piedi pari? Ha combattuto contro un branco di lupi uscendone vincitrice? Ha salvato un intero gregge da terribili macellatori? No, niente di tutto questo, la pecora di cui vi parlo, ha semplicemente deciso di rimanere bianca, mentre tutto il mondo diventava nero. Insomma, c'era una volta una pecora bianca e, in quanto bianca, non aveva vita facile. Erano passati i tempi in cui si diceva “quello è la pecora nera della famiglia”, arrivato il XXI secolo la parola d'ordine era “Esci dal gregge, vai contro corrente, non fare quello che ti hanno sempre detto di fare!”. Ottimi consigli certo, un po' di sana trasgressione fa sempre bene, così come vanno sempre accettate di buon grado gli inviti a ragionar con la propria testa, ma in quel periodo tutto questo era stato preso alla lettera. Fino al punto che un giorno una...

Il tempo dei cervi

Era il tempo dei cervi, una manciata d'anni fa che però sembra un'altra vita. Il passato è una bolla volante che ci racconta storie... di quelle magiche che non muoiono mai. Come questa... Andavo a camminare la mattina all'alba. Percorrevo  il sentiero sul Rubicone e molto spesso vedevo una famiglia di cervi (che forse erano daini o caprioli...). Li vedevo camminare tranquillamente sui pendii che ci sono tra la Villa Di Bagno e il centro sportivo Seven. Sbucavano tra una macchia di vegetazione e l'altra... prima alcuni adulti e poi altri piccoli... ed inutile dirlo, quando incontri creature del genere tutto si ferma. E io mi fermavo, stavo immobile ad osservarli... e loro spesso osservavano me... si fermavano per qualche istante e poi ripartivano. Io trattenevo il fiato dall'emozione e perché temevo di spaventarli col minimo movimento. Tra noi c'erano il fiume, qualche metro di terreno e mille misteri. Era diventato ormai un appuntamento quotidiano... al mattino...

La foglia che non voleva staccarsi dal ramo

Il vento fresco aveva iniziato a soffiare da fine agosto, e già parecchie di loro si erano lasciate cadere, finendo sul terreno calpestato dai bagnanti. Nel viale alberato a pochi passi dal mare, la foglia pensava alla sua fine imminente con paura: "non voglio staccarmi dal ramo - diceva a se stessa - non voglio staccarmi da te - diceva all'albero - con gli occhi gonfi di lacrime". L'albero pensava che in vita sua era la prima volta che una foglia gli aveva valuto così bene e la rincuorava come poteva: "Non hai nulla da temere, quando ti staccherai da me e ti lascerai cadere nel vuoto sarà bellissimo, sarà come volare". La foglia si sentiva sempre più stanca, mentre il suo colore, da verde, diventava giallo con infuocate sfumature rosse: "Sei sempre più bella - le diceva l'albero - guàrdati, sembri una candela accesa.. per questo ti devi staccare, altrimenti finirai per bruciarmi!" e tentavano, entrambi, di sorridere... Poi, arrivò quel...