A Londra rispuntano le conigliette. Ha riaperto i battenti il Payboy Club, luccicante "creatura" di Hugh Hefner, che negli anni Sessanta contava 30 sedi sparse per il mondo frequentate da grandi nomi come Michael Caine, Sean Connery, Jack Nicholson e Muhammad Ali, per dirne alcuni. Ora, nel 2011, questo di Londra è la quinta "filiale" dopo Macao, Las Vegas, Miami e Cancun. L'intenzione parrebbe essere quella di farne una meta raffinata, non per tutti. E di certo non è per tutti un club che chiede 1000 sterline di iscrizione e 1500 di quota annua; ma sulla raffinatezza i dubbi vengono. Se si vuole riempire il club di persone con un certo stile, allora bisognerà escludere a priori tanti personaggi dal portafoglio gonfio: una buone schiera di calciatori e una discreta parte di imprenditori... per chi è dunque il Playboy Club? per quei pochi intellettuali ricchi? per i figli di nobili famiglie che si suppone abbiano studiato le buone maniere?.. Intanto, con questi interrogativi ancora nell'aria, scendono in campo le femministe di questo XXI secolo, o almeno quella parte che vede nell'apertura dello "sconveniente" locale, un attacco alla dignità del corpo della donna ingabbiato nello stereotipo del coniglio. Ognuno è libero di farsi un'opinione e di scendere in piazza per manifestarla, così come una donna è libera di sentirsi libera anche se si veste da coniglietta. Anzi fare un lavoro "da film" potrebbe anche piacere, almeno all'inizio. Mi rimane però una domanda: in questi tempi di disinvolto proliferare di micro-abiti - grazie a dio conquistato anche con i reggiseni bruciati in piazza negli anni Settanta - quale attrattiva può avere un luogo come il Playboy Club, se non quella di una costosa e, forse, annoiata curiosità? ad ogni modo, business is business, staremo a vedere.
Questa è la storia di una pecora coraggiosa. Cosa ha fatto di così eroico questa pecora per essere definita coraggiosa? Ha per caso saltato un burrone a piedi pari? Ha combattuto contro un branco di lupi uscendone vincitrice? Ha salvato un intero gregge da terribili macellatori? No, niente di tutto questo, la pecora di cui vi parlo, ha semplicemente deciso di rimanere bianca, mentre tutto il mondo diventava nero. Insomma, c'era una volta una pecora bianca e, in quanto bianca, non aveva vita facile. Erano passati i tempi in cui si diceva “quello è la pecora nera della famiglia”, arrivato il XXI secolo la parola d'ordine era “Esci dal gregge, vai contro corrente, non fare quello che ti hanno sempre detto di fare!”. Ottimi consigli certo, un po' di sana trasgressione fa sempre bene, così come vanno sempre accettate di buon grado gli inviti a ragionar con la propria testa, ma in quel periodo tutto questo era stato preso alla lettera. Fino al punto che un giorno una...

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